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Simone Olivieri
Apotheke
2015
New Sonic Records
di
Valerio Di Marco
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Secondo disco in studio, e primo in italiano, per Simone Olivieri, giovane songwriter romano che dopo l’esordio del 2011 e un paio di EP ha deciso di tornare a fare sul serio dando alle stampe un lavoro acustico tra i più interessanti di quest’anno, almeno finora. ”Apotheke” è un buon disco cantautorale che oscilla tra sinistri arpeggi alla Radiohead e certo folk americano che sa tanto di Nebraska (il film). Un disco diviso in due tranche. Solare, pop e più arrangiata la prima; scarna, spettrale ed “arpeggiata” la seconda. Nell’insieme, nove tracce non solo da ascoltare ma da iniettarsi sotto pelle, in un continuo, intimo ed intenso contrasto di stati d’animo. Apotheke, farmacia, è quel luogo orribile e misterioso dove in antichità si custodivano i veleni e gli antidoti. E il contrasto veleno/antidoto fa da collante a tutto il disco: il buio (veleno) e la luce (antidoto); la distanza (veleno) e l’impossibilità di dirsi addio (antidoto); il senso di inadeguatezza (veleno) e il ripartire più forti di prima (antidoto); l’immobilità (veleno) e la liberazione (antidoto). Ogni canzone contiene la sofferenza ma anche il modo per venirne fuori, in un alternarsi di sentimenti opposti ma uguali che ci accompagnano dalle prime luci del mattino fino al buio della notte. Un doppio registro in cui Olivieri si muove alla perfezione, forte dei continui contrappunti piano/chitarra che rendono il suono caldo, morbido e misterioso come l’antico pump-organ di inizio ‘900 che fa da filo conduttore all’intero lavoro.
Articolo del
30/04/2015 -
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