Cos'è lecito aspettarsi dall'esordio di quattro giovani musicisti? Probabilmente un album coinvolgente, registrato con cura dei particolari, egregiamente arrangiato e che contenga dei brani orecchiabili, energici, dotati di personalità. Ebbene i Cento - band formata da Filippo Santini (voce), Iacopo Neri (chitarra), Alessandro Pezzano (basso) e Alessio Ninci (batteria) -, incredibile ma vero, addirittura superano tutte le suddette aspettative, forse anche grazie alle pregresse esperienze su palchi importanti (tra i vari opening-act, Teatro degli Orrori, Brunori Sas e Futurheads). Fin dalla track di apertura (Saturated Images on The Paper), infatti, i riff accattivanti, i suoni sofisticati e le liriche ben scritte non fanno che sottolineare la straordinaria padronanza che questo gruppo toscano ha della propria musica. Babylon - secondo pezzo in scaletta – è, tra l'altro, un interessante melting pot di influenze musicali, tra echi di new wave anni '90 (con i Joy Division in pole position), spennellate di puro rock'n'roll e ammiccanti handclaps. Durante l'ascolto, un po' per innata vena polemica, un po' per scetticismo, quasi ci si aspetta di vederli inciampare i Cento, magari nella seconda metà disco, quella a cui di solito si relega una certa fiacchezza compositiva. Invece 100 Ways To Love - sesto pezzo della tracklist - trascinato dal vigore del basso, dall'eccezionale orecchiabilità melodica e da una piacevole naiveté generale, rappresenta senza dubbio uno dei momenti migliori di tutto l'album. “The Wrong Side Of The Ocean”, grazie alle massicce dosi di ambizione e talento e ad un livello tecnico ben superiore alla media, scivola via che è un piacere (causando anche una certa dipendenza patologica) e fa slittare i Cento in vetta alla classifica delle migliori band emergenti di questo 2015.
Articolo del
08/04/2015 -
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