Bello, dinamico, forse un po’ troppo “connotato”, ma per essere un album di debutto si fa ascoltare, eccome: ”Fragments” dei foggiani Blackdahlia è una piccola perla nera in cui il moderno gothic rock non scade mai in quel calderonesco continuum che fa un unico pastone di goth, nu metal e crossover, e in cui (grazie, tra gli altri, all’operato massicciamente livellatore di MTV) continuano a venir fagocitati un buon numero di artisti che avrebbero qualcosa da dire. Al contrario, la freschezza e la carica delle chitarre sono impreziosite e valorizzate in primis dalla ricerca pianistica sofisticata e originale, tanto nelle armonie quanto nelle dinamiche, di Samuela Fuiani, anima della band, fondatrice, autrice e vocalist; e, seppur sottotraccia, da folgoranti situazioni darkwave influenzate dagli anni ’80 (mi vengono in mente le geometrie sonore dei Lacrimosa e dei Kirlian Camera nelle parti più energiche, e le atmosfere struggenti dei Deine Lakaien in quelle più melodiche e appassionate). L’opener Falling Down è stata scelta come primo video e singolo estratto dall’album e, per quanto catchy e ben digeribile, non è forse molto rappresentativa del vero spirito della band (che personalmente vedo molto vicina ai Within Temptation, per liricità e sound). Certo, in termini di gothic rock avremmo qui una potenziale hit in grado di spazzare via gli Evanescence e qualsiasi correlato emulo o clone, se non fossimo in Italia e se la nostra industria musicale non avesse l’apertura mentale di un organismo bicellulare preistorico. Ma tant’è, il brano ha comunque il merito di introdurci anche la bella voce piena e profonda di Samuela, che ben si adatta ai diversi stili adottati dai Blackdahlia. “Fragments” è infatti un titolo scelto non a caso, in quanto i 9 brani che lo compongono rappresentano altrettanti tasselli di un mosaico poetico ed emotivo pressoché completo. Lo si capisce dagli umori completamente differenti che permeano le successive No Regrets ed Eclipse, entrambe eccellenti, la prima marcata da una passionalità ardente e sofferta, la seconda lirica e delicata, ricca di pathos pur mantenendo la struttura portante dei riff penetranti della chitarra e del basso. Wounds ha una struttura più prevedibile, un crescendo che si scioglie in un refrain molto appassionato, nel complesso la traccia si mantiene lineare e piacevole, facile da interpretare e da seguire nelle sue linee melodiche. Seguono Alice e Lost in the Daylight, due gioielli di gotica mestizia che colmeranno di gratitudine i neri cuoricini degli angeli caduti e delle creature notturne là fuori. Fly è il pezzo più carico di tutto l’album, ricco di groove e dal gusto quasi crossover, nettamente più “metallaro” rispetto al resto del platter. Ma si torna a sognare con la conclusiva Goodnight, un’altra favola melanconica sulla scia di Lost in the Daylight. “Fragments” ha avuto una lunga gestazione, preceduto solo da un EP eponimo nel 2009. Pochino, se si vuole stare al passo con i ritmi cannibali imposti dal music business. Ma se la scelta è invece quella (giustissima e sacrosanta, dal punto di vista di noialtri nerd musicofili) di proseguire con coerenza sulla strada fin qui segnata, allora i Blackdahlia dovranno ulteriormente circoscrivere la propria ricerca musicale, per definire sempre meglio il loro sound e riuscire ad emergere in un mare che è già molto affollato. Hanno tutto quello che serve per riuscirci.
Tracklist: 1.Falling down 2.No regrets 3.Eclipse 4.Wounds 5.Alice 6.Lost in the daylight 7.Fly 8.Goodnight 9.Falling Down (radio edit)
Articolo del
31/03/2015 -
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