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SIREN
The Row
2014
Red Cat Records
di
Valerio Di Marco
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Se due indizi non fanno una prova, tre sì: a Pesaro c’è ufficialmente una scena (ma và ?! Eh lo so, arrivo tardi, ma è dura stare dietro a tutte le scene d’Italia). Dopo Soviet Soviet e Be Forest, ecco infatti i SIREN (rigorosamente in maiuscolo), altra interessante band nostrana guidata da un quartetto con nomi che però suggeriscono suggestioni a tutt’altre latitudini (Jack Nardini, Mark McKenzie,…). Loro però non fanno dream-pop né post-punk, ma propongono una miscela variegata a base di un tutto sommato digeribile pop-rock alla Foo Fighters caratterizzato da un sound intrigante e “tosto” in cui trovano spazio - oltre a chitarre, synth e tastiere - anche archi, trombe e fisarmoniche in un ruolo tutt’altro che marginale all’interno dei brani. Brani tra i quali spiccano sicuramente Mission, Lonely Dance,Love Is Gone e Wave, tutti caratterizzati da muri di chitarre abrasive e sezione ritmica di stampo cross-over intervallate da momenti calmi e introspettivi che però durano lo spazio di un “amen” prima di tornare a picchiar duro. I testi, in inglese, sono per la maggior parte incentrati sul paradosso, la bilateralità, l’ironia, la brutalità degli eventi universali, accompagnati da un lato da una sorta di serena rassegnazione ad essi e dall’altro da una timida esortazione a reagire. Che dire timida è un eufemismo, specie se – come in questo caso - te la sparano a palla nelle orecchie.
Articolo del
21/02/2015 -
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