Esistono realtà, nel panorama underground della musica italiana, che stupiscono per la loro semplicità da cui tutti sembrano fuggire; forse anche con una sana lungimiranza visto che lavorare sulla semplicità è un lavoro complicatissimo. Questi mondi, lontani da testi impegnati e indistricabili o da vuoti cosmici su melodie scarsamente orecchiabili, fanno della semplicità e dell’immediatezza il loro punto di forza; senza trascurare musicalità e sonorità. In questo caso, Zurzi, musicista torinese, è riuscito col suo album d’esordio a produrre un disco pop, leggero e simpatico. Ha poche pretese nel senso che è così com’è e per questo motivo piace o non piace; poche chiacchiere. Il disco in questione si chiama “Mocchoosetty Lovers” e nasce dall’incontro artistico di Daniele Zurzolo, in arte Zurzi, e Andrea Ciucchetti. In questo disco non troverete né frasi a effetto né testi particolarmente profondi solo canzoni d’amore e richiami ’50, ’60; semplicemente così. Il primo brano, Ciao, racchiude in sé un po’ la chiave di lettura dell’album: un brano sfacciatamente pop che viaggia su chitarre e atmosfere surf rock in cui l’alter ego di Zurzolo si danna per un amore impossibile. Se questo brano non ha destato in voi alcun interesse o non ha fatto sorridere neanche un po’ potete togliere il disco e dimenticarvelo. Infatti, Mocchoosetty Lovers non si discosta poi tanto, nel corso dei suoi 12 brani, dal suo primo singolo. Ci sono serenate classiche come Di Notte e saliscendi swing, da pista da ballo e tip tap, come Dimmi Dimmi Dimmi. Gli acuti di Zurzi, che spesso raggiungono vette importanti (alla Mika se vogliamo fare odiosi paragoni che, ahimè, vengono da sé), si fanno spudorati e irriverenti nel ritornello di Che Ti Dovevo Dire senza però stonare nell’ascolto complessivo della canzone rendendo, così, il brano uno dei più interessanti e orecchiabili dell’album. I richiami agli anni ’50 e ’60 si fanno evidenti in brani come Mancavi Solo Tu dove da un’iniziale jam saltiamo in riff e ritmiche rock’n’roll, di quello duro e puro; con tanto di frenetico assolo finale. Nel finale Zurzi si lascia andare alla sviolinata pop di Senza la Parte Migliore, variegata da numerose collaborazioni di musicisti dell’uderground torinese. “Moochoosetty Lovers” è un album che può convincere o stancare nei suoi primi secondi d’ascolto. Istruzioni per l’uso: tenetevene alla larga se non vi piace la musica leggera, spensierata e “pestifera” per passione.
Articolo del
19/02/2015 -
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