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Mangarama
Alieno
2014
Libellula/Audioglobe
di
Valerio Di Marco
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Ci sono band che dopo tre dischi pubblicano già un’antologia, e band che al best-of iniziano a pensarci prima ancora del debutto. E’ il caso dei Mangarama, da Asti, una vita nell'underground piemontese prima di riuscire a tirare fuori il materiale sufficiente per un album. Che è uscito a maggio, s'intitola ”Alieno” e contiene il meglio di un decennio abbondante di produzione. Proprio come un’antologia. Ma per essere un disco dalla gestazione così lunga è tutt’altro che un polpettone indigesto con materiale assemblato alla buona. « “Alieno” è il risultato della nostra evoluzione» - spiega Matteo Sosso (tastiere, chitarre e voce) - « ci sono pezzi scritti sette o otto anni fa che abbiamo riarrangiato decine di volte prima di dargli una forma definitiva, ma anche pezzi nati durante le sessioni di registrazione e venuti fuori abbastanza velocemente». Insomma, un lavoro compatto che fila come l’olio tra chitarre distorte, elettronica avvolgente e voci penetranti che s’intrecciano con ritmiche finemente tessute. Tutto tremendamente al posto giusto. E tutto tremendamente nordeuropeo, con sonorità che guardano a certo rock d’oltremanica di fine anni novanta/inizio duemila, e liriche in italiano dal forte impatto emozionale immerse in un mood intimo, sospeso, distaccato e malinconico ai limiti della disperazione, con un forte senso di disagio a fare da sfondo. Ma chi è l'alieno? «L'alieno è colui che non si riconosce in ciò che gli succede intorno, colui che non è stato ancora inghiottito dai meccanismi del sistema e che guarda alla realtà talvolta con meraviglia, talvolta con rabbia e spesso con sdegno». Per carità, niente di rivoluzionario, ma aldilà di una certa ripetitività nella cifra stilistica, l’esordio dei Mangarama resta pur sempre un lavoro valido in un panorama desolante come quello italiano attuale. E allora ben vengano i riferimenti ai Radiohead disturbati di “Hail To The Thief“ (Il Piacere Del Caos), a quelli viscerali di “In Rainbows” (Venditore Di Sogni), o a quelli spaccacuore di “OK Computer” (L'Entropia Del Pesce Rosso). Per non dire dei Sigur Ros (la cui Hoppipolla è citata nella coda strumentale di Hunting Bambi) e dei nostri Verdena (Nato Sotto Una Campana Di Vetro). Anche se forse l’apice del disco è il brano di chiusura, Colpevole, scelto addirittura come tema principale per un videogioco ad ambientazione cyber-punk. “Alieno” è stato registrato, mixato e prodotto dagli stessi Mangarama nel loro studio di registrazione, il che – nelle parole del batterista Dario Varrallo – ha permesso al quintetto piemontese di lavorare senza fretta riuscendo comunque a tirare fuori un disco diretto e genuino: alieni anche in questo.
Articolo del
13/12/2014 -
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