Interessante album ispirato al brit pop dei primi anni Novanta ma che contiene tracce quanto mai evidenti di folk music e delle intuizioni della prima era psichedelica, quella di fine anni Sessanta. Tutto questo è stato confezionato mirabilmente da ‘one man band’ Ruggero Bianchin, musicista polistrumentista e compositore che vive e lavora a Roma. Questo “Tones OF Home” è un disco davvero particolare che cattura l’ascolto senza pretenderlo, che si lascia scoprire piano, con accortezza. Bianchin si è messo alla prova come “vocalist”, ha suonato la chitarra, la tastiera, il basso elettrico, la batteria e si è occupato anche delle campionature di parti orchestrali sul computer. Il risultato è davvero convincente: undici tracce di un pop rock raffinato, morbido e sognante. Si comincia con Step Out, una ballata elegante e molto ‘soft’ impreziosita dalle ‘backing vocals’ di Grazia Lucchese e di Roberta Verde, si prosegue con Home, una ‘slow ballad’ eminentemente acustica di stampo onirico, e con Saturday Morning, un vero e proprio tributo al brit pop e alla psichedelia. Procedendo con l’ascolto troviamo le piacevoli suggestioni di Xmas Sunshine e Is It Love, una rock ballad molto ben arrangiata in cui si lascia apprezzare lo squisito apporto vocale dello stesso Bianchin. Su Back Seat troviamo come “special guest” il sassofono di Marco Brozzi, mentre con Love, una ballata acustica per chitarra e voce, il disco raggiunge uno dei suoi momenti più alti ed ispirati. Bianchin sembra muoversi in punta di piedi fra le diverse canzoni, che seguono tutte lo stesso impianto melodico, ma è sempre capace di trovare soluzioni armoniche adatte ad ogni singolo brano. Pregevoli le atmosfere sognanti di Sunday, mentre una chitarra elettrica mai invasiva detta le linee armoniche di Wherever. Ruggero Bianchin ci offre anche un rock dalla base ritmica più serrata con Daisy Tuines, ma non mette mai in pericolo l’impianto melodico di riferimento, mentre su By The Sea, una ballata deliziosa, anche se un pò malinconica, sono presenti ‘samples’ di orchestra e degli arrangiamenti che virano verso atmosfere più jazzate. Un bel disco, al quale vale la pena avvicinarsi per un ascolto piacevole e attento.
Articolo del
26/11/2014 -
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