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Club Voltaire
The Escape Theory
2014
LaFleur
di
Claudio Prandin
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Chiunque componga Musica deve per forza fare i conti con la storia e con i grandi del passato che lo hanno ispirato; a parte i geni che apportano novità così importanti da sconvolgere l’ambiente e diventare essi stessi “classici” a cui da qual momento fare riferimento. Di solito gli artisti suonano la Musica che hanno amato, omaggiando i propri idoli; l’aspetto fondamentale sta nel farlo con personalità e stile-nuovo, per evitare di diventare dei meri plagiatori; spero di non risultare troppo critico nei confronti di questo disco ma mi sento di annoverarlo in quest’ultima categoria: canzoni di altri, come le suonano gli altri senza aggiungere nulla di personale. “The Escape Theory”, primo vero CD dei lombardi Club Voltaire dopo alcuni EP, è un dischetto carino che ripete a memoria le canzoncine del Brit Pop di stampo beatlesiano (Kingdom Fall), richiama i Kula Shaker depurati dei loro personalissimi viaggi lisergici (Pieces of Beach) e ricorda qualsiasi altra band che appartiene a questo genere; la sezione ritmica è precisa ma meramente accompagnatoria, i riff di chitarre semplici e orecchiabili e le doppie voci con i classici aaah-ah-ah sono appropriate ma sentite e risentite. Le undici canzoni sono gradevoli e ben confezionate ma non colpiscono mai veramente il segno; solamente il singolo There Is No Sound e soprattutto Weller si ascoltano con soddisfazione e rimangono a lungo nelle orecchie. Il grande limite però di queste canzoni è che sebbene siano degli inediti … purtroppo non lo sembrano.
Articolo del
26/10/2014 -
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