Le Formiche sono una band palermitana formatasi nel 2010, su iniziativa del cantante e chitarrista Giuseppe LaFormica (il cui ruolo di leader del quartetto non può definirsi discutibile, dato il moniker scelto), il batterista Roberto Calabrese, il bassista Carmelo Drago e il chitarrista Valerio Mina. Musicalmente maturati durante i primi anni di carriera, pur senza riuscire a incidere alcunché di rilevante, i quattro ragazzi siciliani sono infine giunti, all'alba di questo 2014, alla pubblicazione del primo album, anticipato dai singoli Le Bombe e Francisco. Non sono un gruppo qualunque, queste Formiche. Su una base sostanzialmente cantautorale (con evidenti influenze degregoriane) hanno poggiato uno stile che attinge a piene mani dal rock leggero made in Usa, con accenni country e folk riscontrabili in più tracce. Non a caso il missaggio definitivo del disco di debutto è stato completato presso il Montrose Studio di Richmond, Virginia: “Figli Di Nessuno è un prodotto italiano, vestito però al di là dell'Atlantico. Composto da undici brani, l'album si fa apprezzare per la varietà della sua offerta, e per il meticoloso lavoro strumentale, specialmente delle chitarre (con ottimi intrecci solistici ed interessanti arpeggi di base). Qualche difetto è presente, inutile nasconderlo: in particolar modo il recensore, incosciente e pretenzioso, ha trovato poco incisivo il cantato, fin troppo monotono; in seconda battuta, non è parsa molto alta la qualità testuale, fondamentale in un prodotto così legato alle radici cantautorali della nostra bella patria. Su questo aspetto bisogna, tuttavia, spender qualche parola in più: gli undici brani non sono altro che undici narrazioni differenti. Sono storie, reali e non, congiunte visceralmente alla Palermo meno turistica, con le sue problematiche di criminalità spicciola, con i suoi amori passionali e ferventi, con la voglia di urlare il proprio orgoglio e la propria dignità. Apprezzabile, tra l'altro, l'esperimento di Storie Da Prigione, brano che racchiude il senso di un'iniziativa musicale promossa dal gruppo all'interno delle carceri italiane. C'è molto impegno nella musica delle Formiche, molto coraggio. Tutto ciò è decisamente apprezzabile. Ciononostante, nel narrare tali episodi si sarebbe potuto scegliere uno stile meno diretto, ma più elegante, più sobrio, più seducente. Invece, le liriche sono rimaste grezze, popolari: un ottimo modo per veicolare il proprio messaggio; un modo pessimo per innalzare ad Arte le proprie realizzazioni. Dal punto di vista prettamente musicale, le uniche pecche riguardano le tracce meramente pop rock, Le Bombe e È La Legge, anonime e poco accattivanti. Ben scritte, ben arrangiate e ben eseguite, invece, le ballate Fortuna, Sam Cardinella e, soprattutto, Francisco, oltre alla title-track Figli Di Nessuno. Le venature blues di tali brani forniscono al disco quei momenti di tensione emotiva e intimità utili per migliorare l'empatia tra l'ascoltatore distante e le vicende esposte. Molto valido anche il pezzo dialettale La Tinirizza, prova ancor più esplicita della forte connotazione territoriale dell'album in questione. In sostanza, “Figli Di Nessuno” è un debutto positivo, da ascoltare e da promuovere, seppur migliorabile in alcuni suoi aspetti. Vedremo se le Formiche saranno in grado di lavorare in maniera certosina per limare i difetti riscontrati. Sempre che questi difetti riscontrati siano effettivamente ritenuti tali: perché, si sa, la musica non è assolutamente una scienza esatta. E di questo dobbiamo essere grati.
Articolo del
04/08/2014 -
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