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Pink Addiction
Pink Addiction
2014
Areasonica Records
di
Chiara Cavaterra
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“PinkAddiction” questo l’album d’esordio dell’omonima band romagnola, composta da Marco Pellegrini, Leonardo Cursi, Damiano Galassi, Mauro Giulianelli e Filippo Barbagli. Un gruppo italiano dalle sonorità potenti che attraversano generi come il rock e il post-grunge fino ad approdare all’hard rock, creando così una fusione esplosiva di suoni duri e decisi. Riff spinti e batterie potenti accompagnano l’ascolto dell’album, forgiato sulla base di dinamiche melodiche accattivanti. Il sound generale rimanda a evidenti influenze d’oltreoceano, prime fra tutte quelle degli Alter Bridge e di Slash. Ad un primo ascolto dell’album risulta evidente la capacità dei Pink Addiction di creare melodie fortemente orecchiabili, dettate soprattutto dalla limpidezza sonora delle linee vocali del cantante, Marco Pellegrini, la cui timbrica rimanda anche ad un altro gruppo ben noto, i Pearl Jam. Dal sound imponente anche la batteria di Filippo Barbagli che tiene sapientemente il tiro durante tutte le tracce, senza permettere alcun calo nel mood trasmesso dall’album che risulta perciò dotato di grande coerenza musicale. Apertura esplosiva con il brano White Lands, che grazie alle sue marcate e note influenze risulta immediatamente familiare all’orecchio dell’ascoltatore che è solito navigare in questi generi musicali. Il brano sintetizza perfettamente quelle che saranno le intenzioni sonore di “PinkAddiction”, marcando bene la caratterizzazione della band. Bisogna arrivare a Inside My Pain per avere un primo assaggio della “calma”, che viene poi conquistata in Someone To Lose in cui, dopo un frenetico intro di chitarra, ci si può abbandonare nella piena voce del cantante, che merita sicuramente di essere assaporata. Unico appunto sul lavoro della band: il brano Schiavo Libero. Questo rischia di togliere coerenza al solido lavoro dei Pink Addiction in quanto unico brano dell’album scritto in italiano e di cui, tra l’altro, non si sarebbe sentita la mancanza. A mio avviso si poteva evitare questo inutile salto linguistico che rischia di spaesare l’ascoltatore. Eccetto questo, ho apprezzato il progetto della band, che merita sicuramente di essere tenuta d’occhio.
Articolo del
09/07/2014 -
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