Con delicatezza e sensibilità, da circa dieci anni i Moscaburro creano e sviluppano un proprio universo sonoro assolutamente interessante in quanto pieno di colori, di graziose sfumature, e, soprattutto, più tendente all’intimismo che alla stravaganza e alla sperimentazione esagerata. Optano per soluzioni stilistiche di matrice acustica, per arrangiamenti magari non sontuosi eppure, al contempo, succosi ed appaganti, curati e convincenti. C’è del netto minimalismo nelle canzoni di questo collettivo di raffinatissimi musicisti, ciò è fuor dubbio. Però è anche vero il fatto che i brani dei Moscaburro siano tutt’altro che evanescenti, piatti, prevedibili, soporiferi e simili tra di loro. È sicuramente l’ottima sintonia, il perfetto affiatamento tra i sei componenti del gruppo a garantire il giusto equilibrio in fase di (pre)produzione. E di equilibrio, nel nuovo disco della band (il primo ufficiale, ad essere sinceri), ce n’è davvero tanto. ”Bread-And-Butter-Flies”, pubblicato lo scorso 21 ottobre, viaggia su un mood incantevole, morbido. E lo fa attraverso dieci canzoni inedite che sono degli autentici gioiellini dai rimandi folk. Tanta è l’armonia che si respira ascoltando a più riprese l’album. E tanta è la qualità che si riesce a riscontrare al suo interno: qualità a livello di scrittura; qualità in fatto di esecuzione, di ricerca – o se vogliamo “messa a punto meticolosa” – di suoni e atmosfere.
Tutto sembra sospeso in “Bread-And-Butter-Flies”. Nel contemplarlo sembra quasi di essere catapultati in boschi fatati, silenziosi, del nord Europa, tra una fauna insolita e sfuggente e piccole baite incastonate tra la fitta radura. Insomma, si sarà già capito quanto questo disco ci abbia convinto in pieno. È così del resto, e non lo si può negare. Magari non straborderà di innovazione e di genialità, anche perché l’approccio e il metodo di composizione danno qui l’idea di essere alquanto “artigianali”; tuttavia questo primo lavoro in studio del progetto capitanato da Simone Gelmini ed Arianna Merlino si merita davvero grande stima per la genuinità che lo contraddistingue. Si percepisce subito come in quest’occasione la band abbia voluto fare le cose per bene, senza scapicollarsi con i tempi e senza porsi determinate scadenze. “Bread-And-Butter-Flies” è stato registrato e missato da David Lenci in quel di Senigallia, presso il Red House Recordings. Simone Gelmini, oltre a cantare in diversi episodi del disco e a comporre la quasi totalità delle canzoni, ha suonato anche le chitarre acustiche e, in maniera più saltuaria, il violoncello. E delle chitarre, sia acustiche che elettriche, si è occupato anche Mattia Mariotti. Se Arianna Merlino e Michela Campaner si sono dedicate al canto, Marlis Steinegger ha suonato l’arpa, mentre Roberto Tubaro ha contribuito a dare ulteriori colori sia curando le parti di basso sia suonando il glockenspiel e le percussioni. Oltre al contributo dei componenti della line-up ufficiale, la lavorazione di “Bread-And-Butter-Flies” è stata anche caratterizzata e impreziosita dagli interventi di Ayumi Tovazzi e Giordano Poloni, i quali hanno suonato rispettivamente la viola e il violino in Wandering (Lonely As A Cloud), Scattared Traces, Spinning Jenny, Eveline, October’s Rain e Scent. Lo ribadiamo: questo è un ottimo album. E se vi diciamo che dovete fidarvi è perché sarebbe un peccato non dargli almeno un rapido ascolto. Si spera davvero che “Bread-And-Butter-Flies” possa riscuotere la giusta considerazione tanto tra gli addetti ai lavori quanto tra la critica e il pubblico.
Articolo del
09/10/2013 -
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