È un periodo indubbiamente sereno ed intenso quello che stanno attraversando i Mai Personal Mood. Dopo la pubblicazione del primo album d’inediti intitolato “Cactus”, rilasciato nel novembre del 2012, la band, dopo essere stata per un po’di tempo lontana dai palchi italiani a causa delle lunghe fasi di registrazione che l’hanno coinvolta, ha finalmente ripreso a girare l’Italia con continuità. C’è stata per loro la possibilità di esibirsi anche e soprattutto fuori Roma, città in cui risiedono in pianta stabile da diversi anni, spingendosi perciò tanto verso nord quanto verso l’area centro-meridionale del Paese. Oltre a figurare il più delle volte come headliners, hanno anche avuto modo di aprire concerti di progetti ed artisti nostrani abbastanza noti ed affermati: Marlene Kuntz e Bugo in primis (in questo caso si parla della primavera del 2013). Anche nella passata estate il giovane e interessante quintetto di origine pugliese è riuscito a portare la propria musica un po’ ovunque, suonando in cornici e contesti di vario tipo. E proprio in estate, soprattutto per fissare e fotografare la direzione che stava prendendo il loro suono, i Mai Personal Mood hanno deciso di tornare a produrre qualcosa. Non un nuovo album (per quello c’è tempo), bensì un Ep di quattro pezzi. Ep che è stato intitolato dalla band ”ReWorked”. Il perché è presto detto: nel (mini) disco non figurano tracce inedite, bensì tre brani contenuti nei loro due precedenti lavori in studio (ovvero “L’Heure dEPart Ep” e il già citato “Cactus”) e un’interessantissima cover di Una Torta In Cielo del loro amico e collega Diego Mancino.
Prima di andare a prendere in esame i singoli componimenti inclusi all’interno di “ReWorked”, disponibile solo in free download (o up to you) sulla pagina di Bandcamp del gruppo, è fondamentale far subito presente che con questo Ep il progetto capitanato da Francesco Allegro abbia confermato in maniera più netta quella che era stata la peculiarità maggiormente evidente nel precedente “Cactus”: l’imprescindibile – e qui perenne – componente elettronica, sviluppata, elaborata, con un’eleganza alquanto rara. Se infatti in “Cactus” non sembravano già più ravvisabili quei raffinati echi elettro-acustici presenti nell’Ep “L’Heure dE Part”, in “ReWorked” il taglio tipicamente glaciale ed etereo che l’uso di programmazioni può di base garantire si fa di colpo assai più marcato. Ecco allora che già l’iniziale Noi, Di Notte, Gli Errori e la successiva Boom Cornelius (brani entrambi racchiusi in “Cactus”) denotano immediatamente un registro sonoro che convince proprio perché intrigante ed astratto, dalle tinte notturne e oscure. Non che nella precedente versione queste due tracce risultassero meno appaganti; tuttavia, nell’essere state rivisitate, esse non hanno soltanto assunto più maturità, ma anche più efficacia. Discorso ovviamente simile pure per Valigie Aperte, canzone del 2011 che va a chiudere “ReWorked” e che, come si può immaginare, non è più contraddistinta da quelle chitarre acustiche che non erano poi del tutto marginali ne “L’Heure dE Part”. Da non sottovalutare infine la pregevole interpretazione di Una Torta In Cielo di Diego Mancino, canzone contenuta nel gioiellino “L’Evidenza” (marzo 2008). A parte l’ottima esecuzione generale dei musicisti, che in questo caso si sono approcciati al pezzo con estrema sensibilità e umiltà, piace molto la chiave di lettura insolita che i Mai Personal Mood hanno scelto di infondergli. Chiave di lettura non solo particolare, ma anche obiettivamente rischiosa. Eppure il risultato finale della canzone è di tutto rispetto, così come di tutto rispetto è sia l’intero l’Ep, sia il percorso artistico e sonoro che Allegro e soci stanno facendo con assoluta coerenza e professionalità da un po’ di mesi ad oggi. E allora, avanti così.
Articolo del
24/09/2013 -
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