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Omopatia
Anatomie Ep
2013
CD autoprodotto
di
Alessandro Basile
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Il progetto musicale Omopatia nasce ufficialmente a Roma nel 2007 dalle ceneri del gruppo grunge The End. Risale alla prima parte di quello stesso anno la pubblicazione discografica d’esordio della band: ad essere dato alle stampe è infatti un Ep autoprodotto di cinque canzoni intitolato “La Maison De Poupee”. Ci vogliono poi tre anni perché l’ensemble capitolina riesca a chiudere e a licenziare il primo vero album della propria carriera. Album che arriva dunque nel 2010: “Omopatia I”, questo il titolo del cd. Nel 2011 la formazione torna ad essere un power trio dopo la breve esperienza in quintetto. Si arriva così alla primavera del 2013, stagione in cui gli Omopatia annunciano attraverso la propria pagina di Facebook la release di un altro Ep. Dopo essere stato caricato integralmente su Soundcloud e YouTube, ”Anatomie” diventa disponibile anche nel più classico formato cd a luglio, mese stesso in cui la band si trova però costretta a rendere nota la dipartita ufficiale ed inevitabile del batterista e cantante Andrea Melucci, trasferitosi in quel di Berlino. Vicissitudini interne a parte (si spera comunque che il chitarrista Andrea De Camillis e il bassista Alessandro Iacopini trovino presto una soluzione al fine di evitare che questo valido ed interessantissimo progetto si sgretoli definitivamente), vale la pena provare ad analizzare in maniera esaustiva un (mini) disco davvero bello, costituito da quattro inediti pregevoli e da un’inaspettata, e al contempo sorprendente, cover di un grande brano facente parte del repertorio di Alberto Camerini, ovvero R’n’R Robot.
Partiamo subito col constatare che “Anatomie” denota un sound assolutamente curato ed intrigante. L’impronta è sostanzialmente elettrica, ma non del tutto ruvida e roboante. Le chitarre elettriche di De Camillis risultano tanto distorte e taglienti quanto discrete e versatili a livello di soluzioni: non sono gli assoli a prevalere, quanto piuttosto dei convincenti riff e delle progressioni incalzanti. Degno di nota anche il groove, reso impeccabile dall’ottimo affiatamento che contraddistingue(va) la sezione ritmica del trio. Interessante è poi il linguaggio attraverso cui gli Omopatia scelgono di esprimersi: i testi sono chiaramente in italiano e palesano una ricerca di sicuro da non sottovalutare per quella che è poi in fin dei conti un’impostazione pressoché rock (è inutile rimarcare per l’ennesima volta in questa sede quanto sia difficile far convivere delle liriche in italiano con uno stile musicale di matrice elettrica). C’è, in questo senso, un approccio sempre diverso ed originale, con chiavi di lettura assai particolari. Risulta abbastanza difficile esternare perplessità alla luce di un signor lavoro in studio come appunto “Anatomie”. Sia chiara una cosa: l’Ep è suonato benissimo, ed anche se gli arrangiamenti possono sembrare non proprio sontuosi e imprevedibili, le canzoni presenti all’interno del disco non lasciano modo di riscontrare alcun tipo di somiglianza tra di loro. C’è la potenza sonora e testuale dell’opening-track Anestesia; c’è l’intensità che pervade la bellissima Rimani Lì; ci sono il rancore e la rabbia nell’amarezza generale che pervade (Il Capitalista) Allo Specchio; e c’è anche lo sperimentalismo, la dilatazione, nel mood spaziale di Notturno. E poi, come già anticipato, c’è anche l’onestissima rivisitazione di Camerini. Incredibile come la band sia riuscita (forse anche volutamente) a scegliere un brano che nella sua reinterpretazione sarebbe andato ad integrarsi benissimo con il suono dei quattro pezzi in scaletta che lo avrebbero poi preceduto. Insomma, coerente ed omogeneo dall’inizio alla fine questo Anatomie. Non a caso ci piace tantissimo.
Articolo del
10/09/2013 -
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