Sono in cinque, giovani, provenienti da Roma, con una passione sincera e non nascosta per la buona musica leggera italiana, per gli arrangiamenti sofisticati, discreti e poco invadenti, per i suoni acustici e per le atmosfere morbide e intimiste. Il progetto denominato Il Traffico Dei Pinguini prende forma circa un paio di anni fa e inizia a calcare i palchi dei piccoli live club laziali a partire dalla primavera del 2012. Parallelamente alla costante attività concertistica, da marzo a maggio la band si è dedicata alla registrazione del suo Ep d’esordio intitolato ”La Deriva” ed autoprodotto (per la cronaca il cd è disponibile dallo scorso 14 giugno). Il lavoro d’incisione è stato effettuato presso lo studio romano Piano B sotto la supervisione di Roberto Cola, recentemente al fianco di un altro gruppo della Capitale in rapida ascesa quale i Bicchiere Mezzo Pieno per la realizzazione del loro disco “Il Contrario Di Lol”. Cosa c’è all’interno de “La Deriva”? Un pugno di canzoni (cinque per l’esattezza) molto lineari ed ordinate nella costruzione. Canzoni dal piglio pop, immediate. Canzoni sicuramente brillanti a livello di produzione e di arrangiamento, il cui sound asciutto denota una giusta e sottile modernità. Interessanti e poco banali anche i testi, efficaci perché tendenti a cogliere sfumature, dettagli, comportamenti di comuni personaggi. Questo è se non altro ciò che si scorge perfettamente già nel primo brano in scaletta, vale a dire Amianto, un pezzo tanto essenziale quanto piacevole per via di una musicalità raffinata e di un ritornello poco pacchiano che riesce comunque ad entrare subito in testa attraverso la ripetizione di due soli versi (“ma che cosa pensi quando smetti di sognare / e che cosa sogni quando smetti di pensare”).
Discorso pressoché simile per la successiva Arianna: qui le sonorità sono rese maggiormente estive, “ludiche”, attraverso lo “strapazzamento” dell’ukulele, strumento sempre più gettonato nell’easy listening nostrano attuale. Con A Disma, la traccia numero tre della mini raccolta d’inediti, il mood non sembra subire eccessivi stravolgimenti, anche se obiettivamente il taglio generale del brano appare più minimalista e meno solare. È con Cuore In Affitto che si tornano a scorgere di nuovo quelle suggestioni vagamente “balneari” palesatesi soprattutto nella già citata Arianna. Anche qui la formula è grosso modo la stessa: melodie godibili e genuine, assemblaggio impeccabile degli strumenti, arrangiamento onesto, approccio di base acustico, linguaggio poco artefatto e durata breve (la canzone non supera i tre minuti). Sulla falsariga di Cuore In Affitto pure la conclusiva L’Estinzione, il cui inciso, posto curiosamente soltanto nel finale, rivela per certi versi le stesse peculiarità di quello di Amianto sopra riportato. In questo caso le uniche due strofe recitano così: “stringimi forte perché sto esplodendo / stringimi forte perché ci stiamo estinguendo”. Si chiude in tal modo un Ep cortissimo ma di certo più che dignitoso, capace se non altro di costituire una perfetta ed esauriente istantanea circa quello che è ad oggi lo stile de Il Traffico Dei Pinguini. Pare che il gruppo abbia intenzione di rimettersi al lavoro quanto prima e di registrare altri nuovi brani che da un po’ sono andati ad ampliare il repertorio: si attendono sviluppi in merito per capire cosa verrà fuori e se si riscontrerà un immediato salto di qualità.
Articolo del
04/09/2013 -
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