Tutto da ascoltare, e a volume molto alto, questo Urban Ubris, esordio discografico per i Ruinthrone, una band romana attiva nel circuito underground locale fin dal 2008, che adesso arriva a coronare il suo sogno metallico. In perfetto equilibrio fra l’heavy metal del passato e soluzioni stilistiche decisamente più moderne, i Ruinthrone sfoderano un album fatto di sonorità molto dense e pregnanti, con degli assoli di chitarra elettrica che assumono un carattere epico e che toccano il cuore.
Melodie lancinanti, una ritmica serrata e una sezione vocale talvolta roca, in altre occasioni tonante, sono le caratteristiche di una line-up che risulta formata da musicisti giovani ma estremamente validi e che vede al suo interno Edoardo Gregni, alla voce, Adriano Strinati e Nicolò De Maria, alle chitarre elettriche, Michele Attolino, al basso, Giorgio Mannucci, alle tastiere ed Emiliano Cantiano alla batteria. Al fragore assordante di brani come Summoner, Throne Of Your Ruin e Chiral Twin, che mettono in evidenza la potenza di suono di cui è dotata la band, fanno eco altrettante metal ballad di sapore decadente e di grande valenza melodica, come Ocean Still Sings, oppure come la sbalorditiva Another Cry, uno dei pezzi più belli del disco, o ancora come l’emozionante Chant From The Sky, un brano diversamente articolato e complesso, che prevede anche un mirabile assolo di Nicolò De Maria. Innegabili le influenze artistiche esercitate sulla band dal Power Metal della metà degli anni Novanta, ma anche dai vecchi Iron Maiden, e mi riferisco in particolare alla struttura dei brani e ai rapidi passaggi armonici in cui si dilettano i singoli componenti del gruppo. Molto interessanti le citazioni folk, con tanto di radici celtiche, che si possono ascoltare su Dance Of Lights, prima che un diluvio elettrico vada ad abbattersi su ogni cosa. La voce potente di Edoardo Gregni, modulata in maniera spesso diversa, permea di sé l’intero album ed è ben coadiuvata da una serie di cori che mettono in risalto l’afflato melodico della band, che non nasconde il gusto per motivi anche piuttosto catchy, ma senza mai ricorrere a furbizie o a compromissioni di alcun genere.
Una nuova buona notizia dall’alveare metallico, che non finisce mai di stupire e che ci regala band come i Ruinthrone che hanno i numeri per fare sul serio. Da ascoltare.
Articolo del
28/03/2013 -
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