Classe 1989, romana, Martina Fedele si è diplomata nel 2009 al Conservatorio Santa Cecilia sotto la guida del maestro Franco Medori e ha composto musiche per diversi cortometraggi, tra cui Il Tema di Giacomo per il corto “Giacomo e il cuoco di Lorenzo J.Nobile”. In ”Fotogrammi”, album autoprodotto di debutto, propone brani di sua composizione per pianoforte con accompagnamento di percussioni e voce narrante. Il progetto -la narrazione di una storia affidata ai brani che si succedono- è ambizioso, forse troppo e si perde un po' per strada, nonostante la bravura della ragazza al pianoforte e la capacità di creare in più punti ambienti sonori ed espressivi convincenti. Respiro ha la levità della pioggia, sembra di vedere il vento che a grandi folate, ora leggere, ora più forti, inonda i vicoli e le strade. Una musica che porta storie, volti. Si arresta, poi, come se fosse tornato il sole. Piove accoglie su corolle di fiori, e si delinea con parole la storia che colpisce per quell'ossessione per il colore verde che caratterizza il personaggio. Incontro, dopo un intro che sa un po' di già sentito si incastra bene con i pezzi precedenti e si perde nei ritmi che traccia il brulicare delle strade a Parigi. Pezzo riflessivo e descrittivo. Il Libro Bianco è musica che sa di esitazione e poi di corsa. Volo Sopra il Mondo è la più bella dell'album, immaginifica, dipinge un mondo di bolle di sapone e carillon, con una nota di decadenza ed una, predominante, di luce. E si pensa ad una fiaba e alla delicatezza. Il Tema di Giacomo è più scuro, e in esso si nota una certa ripetitività, la successiva Pandora è caratterizzata dalla lentezza mentre Au Marchè d'Antibes inserisce nuovi elementi, e a colpire è la risacca del vento. Nastro Infinito risulta pesante con il suo recitativo, Da Lontano non convince del tutto con il mix di piano e suoni quasi tribali, 5 agosto, più allegro, è un brano carino. Si chiude con la versione francese di Piove, recitativo. E' un bene che in Italia ci siano giovani capaci che inseguono progetti al di là del mainstream e caratterizzati dalla ricerca di una commistione tra le varie forme d'arte (qui musica, poesia, recitazione). In “Fotogrammi” si toccano punte di poesia e bellezza, che però risultano soffocate da una certa pesantezza (forse troppi recitativi in francese), la levità e ispirazione di certi brani non viene uniformemente mantenuta e si scivola in più punti sul tecnicismo e sulla prova didattica, e l'impressione è che il progetto si sia un po' perso per strada.
Articolo del
14/03/2013 -
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