Nati ufficialmente nel 2007, gli Stereoclimax hanno pubblicato nella seconda parte del 2012 il loro nuovo disco d’inediti. ”Stad10sei”, questo il titolo scelto dal progetto capitolino guidato dal cantante e chitarrista Roberto Mastrantonio per rappresentare l’ultima fatica in studio, giunge a ben tre anni di distanza da “Apnea”, discreto Ep d’esordio che aveva permesso al gruppo di presentarsi agli addetti ai lavori e di proporsi come una delle realtà musicali più curiose della scena alternativa laziale. Il suono prodotto dagli Stereoclimax strizza decisamente l’occhio al rock italiano. Ed è senz’altro un rock abbastanza elastico, al passo coi tempi e tendente alla contaminazione, nel senso che conserva la capacità di risultare assolutamente versatile. Può assumere tratti semplicemente esplosivi, roboanti, oppure può avvalersi di soluzioni elettroniche; può lasciarsi andare in prepotenti digressioni strumentali dal piglio alquanto distorto, oppure può virare da un momento all’altro verso territori pop, forse non entusiasmanti in quanto precari, ma tuttavia inusuali.
Una cosa è certa: il meglio lo danno nei pezzi più tirati e graffianti. Non che il resto sia da buttare, però è chiaro come gli Stereoclimax déstino maggiore concretezza nei componimenti caratterizzati da riff e intrecci chitarristici coinvolgenti, accattivanti. E all’interno di “Stad10sei”, di pezzi del genere ce ne sono fondamentalmente tre: la breve, fulminea, traccia di apertura intitolata All’1mprovviso; il primo singolo estratto 4miche e quindi Tecum (6ame Over), anche se il finale di quest’ultima canzone denota un affievolirsi delle dinamiche quasi heavy per far posto ad una sorta di dilatazione musicale in ogni caso piacevole e per nulla prevedibile. Attenzione: non che poi le altre sette tracce (otto se si considera la ghost track conclusiva) siano tanto meno energiche in fatto di sound, ma di certo nei suddetti brani emerge un qualcosa di obiettivamente valido e allettante. Se brani come Errore Di 5istema e Vingil8, piuttosto che l’apprezzabilissima Anche Se Il Mare Non C’è (quasi interamente strumentale come anche la title-track), non mantengono la stessa incisività di All’1mprovviso e 4miche, non si può comunque snobbare il loro spessore musicale. Questo testimonia perciò quanto diverse e numerose siano poi le facce di un disco eclettico che ne ha un po’ per tutti e che non punta tutto sulla puntuale coerenza stilistica. Tale scelta comporta inevitabilmente la materializzazione di due differenti aspetti: da una parte mantiene la possibilità di rendere meno scontato e piatto lo scorrere della raccolta; dall’altra rischia non convincere coloro i quali pretendono da un lavoro discografico un certo legame, una certa omogeneità.
Al di là di questo si può ammettere come “Stad10sei” sia in ogni caso un album ben prodotto e caratterizzato da diversi momenti di pregevole fattura. Come avrete notato, non sono ancora state espresse particolari considerazioni sui testi e sulla poetica generale del brillante trio romano (un quartetto fino a pochi mesi fa): le liriche, come è normale che sia, risultano eterogenee proprio come le musiche, cercando di essere calzanti ed adeguate in base ai singoli approcci, o registri sonori. Questo rende inevitabilmente variegato e sinuoso il modo di scrivere da parte degli Stereoclimax che, del resto, con questo nuovo Lp hanno realizzato un prodotto in grado di far riflettere e di stimolare considerazioni sia a caldo che a freddo. Insomma: non il classico buco nell’acqua. Alla lunga qualcosa riesce pur a smuovere. Però va da sé che si potranno sfornare cose più straripanti entro il prossimo triennio: le condizioni per fare meglio ci sono tutte.
Articolo del
15/01/2013 -
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