La proposta musicale degli Io Non Sono Bogte (Daniele Coluzzi – testi, voci, chitarre acustiche, Carlotta Benedetti - chitarre elettriche, Federico Petitto – basso, Dario Masani - batteria) affonda le sue radici in un cantautorato ruvido dai risvolti contenutistici che volgono lo sguardo verso miraggi sociali e “disastri” culturali, personali e autobiografici, su linee melodiche che emanano un rock graffiante e sghembo. L'album d'esordio, ”La Discografia è Morta e Io Non Vedevo l'Ora”, uscito per la Labelpot Records, si presenta in un formato del tutto innovativo, una scheda USB da 2Gb, simile a una musicassetta. La “scenografia discografica”, contenuta anche nel titolo, diventa dunque soltanto un pretesto utile a scandagliare, attraverso parole e musica, un cosmo individuale e privato e un universo sociale colmo di conflitti, crisi da sfatare e fallimenti da espiare. La struttura compositiva è pregna di una drammaticità compulsiva di qualità e di un interessante intreccio tra pathos strumentale e significanza testuale. La verità sprigionata dai versi ben si fonde alle tensioni ritmiche e all'acidità sonora, tra i riflessi di un lavoro precario (La Musica Italiana & Altre Stragi) lividi retaggi sentimentali (La Cosa Più Importante è Che Tu Stia Male, Ti Ho Confessato Tutto Il Mio Amore), delusioni, solitudini e desertiche inquietudini (Margareth Nella Testa, L’Aridità Sentimentale e Altre Cose Che Ti Appartengono). Fragilità, frustrazioni, ansie e debolezze demolite dal desiderio di un futuro possibile, di un altrove immaginario e concreto al contempo. Un album, questo, figlio del nostro tempo, che riflette nel rinnovamento l'ansia giovane del fuggire dall'inerzia del passato.
Articolo del
08/01/2013 -
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