Nati nel 2005, i Johnny Freak, a cinque anni dal successo del debut album “Sognigrafie”, tornano alla ribalta dell'underground italico con un cd tutto nuovo prodotto dalla tedesca Antstreet Records. E che i tedeschi abbiano fiuto per le occasioni non siamo certo noi a doverlo affermare. D'altronde i cinque ragazzi dell'entroterra laziale si sono già tolti parecchie soddisfazioni nel loro inizio di carriera, tra i quali la partecipazione al “Lazio Wave” come band d'apertura di Morgan, o quella agli “Archi Village”, dove, facendo da supporto a Raf, hanno potuto esibirsi davanti a migliaia di persone: niente male. E niente male è anche questo secondo lavoro discografico, “Tra il Silenzio e il Sole”, dove di silenzio, per fortuna, ce n'è ben poco, mentre il sole fa capolino qua e là con i suoi caldi raggi tra un groviglio di nubi grigie ma rassicuranti. Il nome della band è un omaggio ad un albo di “Dylan Dog”, ma di horror in questo gruppo c'è ben poco. La cosa che fa paura è invece la facilità con cui un gruppo ancora così acerbo sia riuscito a produrre al secondo colpo un album di livello talmente buono! Intendiamoci: non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un prodotto decisamente sopra la media del panorama emergente nostrano. E non è cosa da poco!
Undici tracce, di cui dieci inedite ed una cover: e che cover! La rivisitazione in chiave post-grunge de Il Pescatore. Sicuramente un rischio, e i più accaniti fan di Faber potrebbero storcere il naso. Ma è un rischio calcolato, perché è difficilissimo rovinare un brano talmente bello nella sua melodia e nel suo testo, che difatti anche una rivisitazione di questo tipo non fa che confermarne la grandezza intrinseca. Ottima mossa dunque per la band frusinate, a maggior ragione perché inserita sapientemente poco dopo la metà dell'album, in modo da creare una piccola pausa nell'ascolto, con l'orecchio che può finalmente adagiarsi tra armonie conosciute. Ma all'ottima cover le altre dieci tracce non hanno molto da invidiare: la qualità media è alta, tutti i brani sono suonati magistralmente, arrangiati degnamente ed interpretati in maniera impeccabile. L'amalgama tra rock duro, come nell'opener Ho Visto, nel singolo Regina o in Farfalla Di Metallo, e ballate grintose, come la baudeleriana I Fiori Maledetti o l'acida Streghe, riesce a trasportare bene l'ascoltatore nel sound d'oltreoceano del gruppo, che pure fa sentire l'impronta della propria italianità nei testi cantautorali (non tutti eccezionali, a dir la verità) e nel cantato abbastanza tradizionale. In un alternarsi di energiche schitarrate, condite da qualche assolo di buona fattura, e arpeggi delicati, trova spazio e preziosità anche l'acustica Divenni Lacrima, ballata sofisticata, probabilmente tra le migliori tracce dell'album.
Insomma, decisamente un lavoro ben eseguito. E pur tuttavia c'è da evidenziare qualche difetto: la produzione e il missaggio non sono eccezionali, e a soffrirne sono soprattutto la parte ritmica e la chitarra solista, che sembrano provenire da chissà quale antro dello studio di registrazione; i testi, come già accennato, alternano buone trovate ad altre piuttosto banali o eccessivamente sibilline, e presentano un'impronta complessiva troppo omogenea; infine, la maggior parte dei brani risultano imperfetti, o incompleti, alcuni quasi compressi per ragioni di tempo, altri dilungati senza una ragione chiara. Ma, nonostante questi nei, “Tra il Silenzio e il Sole” non solo funziona, ma funziona anche bene! Perciò non resta che augurare buona fortuna ai Johnny Freak, che sono: Luca Spisani (voce, pianoforte, synth), Davide Ausoni (chitarra elettrica ed acustica), Pietro Macario (chitarra elettrica), Simone Ausoni (basso) e Alessio Di Raimo (Batteria). Ma attenzione: gli esami non finiscono mai...
Articolo del
07/12/2012 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|