Che il progetto capitolino denominato Twiggy È Morta, conosciuto inizialmente come Tiro Alla Fune, fosse valido e poco artefatto se n’erano accorti con largo anticipo gli addetti ai lavori più lungimiranti. Se il loro eponimo minialbum d’esordio aveva attirato su di sé una discreta attenzione, non si può certo dire che il nuovo Ep, intitolato “Credo Mi Citeranno Per Danni”, stia passando del tutto inosservato. Lo testimonia il non indifferente numero di concerti che il gruppo sta tenendo a Roma e dintorni negli ultimi mesi. E lo sta testimoniando anche la buona risonanza mediatica del disco stesso, grazie alle diverse recensioni che continuano ad essere sfornate dalle riviste musicali del settore, magazine, blog che non mancano di avere un occhio di riguardo per la frizzante scena underground nostrana. Del resto, il modo in cui il brillante quartetto riesce a sviluppare un determinato tipo di rock alternativo risulta tanto convincente quanto astuto, o se non altro poco ridondante negli schemi. Interessante è la scrittura, tagliente ed imprevedibile nel registro, abbastanza anticonformista nell’approccio. Intriganti, ma al tempo stesso complesse, sono poi le chiavi di lettura che si palesano all’interno dei singoli episodi. Che scrivere in italiano sia arduo è chiaro a tutti, a prescindere dal genere in cui ci si vuole cimentare. E di questo se ne è già discusso abbondantemente in altre sedi. Tuttavia è opportuno rimarcare quanto sia facile scivolare nella banalità, nel già sentito, in particolare quando i ritmi si fanno più sostenuti. E i Twiggy È Morta, a quanto pare, sembrano avere la giusta accortezza, la sensibilità necessaria che gli permette di non annoiare, di non risultare obsoleti. Ciò è dato soprattutto dalla loro schiettezza e dall’attitudine adeguata che concerne il loro modo di intendere con sincerità la musica. “Credo Mi Citeranno Per Danni” è dunque la seconda prova in studio della band che vede Paolo Annesi alla voce e alle chitarre, Valerio Cascone al basso, Simone Macram alla batteria. L’addetto agli assolo è invece il talentuoso Andrea La Scala, in grande spolvero soprattutto nella traccia che va ad aprire il cd, ovvero Il Parossismo Del Cuore. Pezzo, questo, molto tirato, ammaliante, dotato di una bella carica sonora ed arrangiato in modo impeccabile: un ottimo esempio di rock italiano – fortunatamente – poco prevedibile. Oltre a Il Parossismo Del Cuore, “Credo Mi Citeranno Per Danni”, rilasciato lo scorso 15 giugno per la Hit Bit Records e presentato la sera stessa al live club romano Le Mura, contiene un altro trittico di componimenti originali. Crepapelle, Legno, Bocca Aperta: questi i rispettivi titoli. Si tratta di pezzi molto distanti tra loro in quanto ad atmosfere e tematiche, ma in ogni caso decisamente coerenti sotto l’aspetto stilistico. Le chitarre roboanti rintracciabili all’interno de Il Parossismo Del Cuore si ritrovano però soltanto nel finale di Bocca Aperta, forse la canzone più intrigante per quanto riguarda le liriche. Crepapelle e Legno non sono comunque da meno. Forse hanno la caratteristica di essere meno immediate (ma non per questo inferiori) rispetto agli altri due brani già citati e in parte descritti. Cosa si può dire tirando le somme? Che le basi ci sono, e che quanto fatto sino ad oggi sia buono, discreto. Si può crescere, questo è ovvio. E i margini di miglioramento sono ampi. Ora però è fondamentale che Annesi e compagni riescano a portare in giro il più possibile queste nuove canzoni, dedicandosi esclusivamente ai concerti, senza scapicollarsi nella scrittura – e quindi nell’incisione – di quella che, con ogni probabilità, sarà la prima, vera raccolta d’inediti. Per quello c’è tempo. E tanto ne servirà per un salto di qualità importante. Guai a ripresentarsi con un album non all’altezza dei primi due Ep! Sarebbe un vero peccato.
Articolo del
24/10/2012 -
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