BENVENUTO SU EXTRA! MUSIC MAGAZINE - La prima rivista musicale on line, articoli, recensioni, programmazione, musicale, eventi, rock, jazz, musica live
|
|
|
Davide Vettori
Visione Cosmetica
2012
Garage Records
di
Stefano Torrese
|
Qualcuno li chiama ’Internet Seekers’, ascoltatori senz'anima che scaricano intere discografie senza prestare la minima attenzione. E' grazie a loro se l'era del download ha ormai preso il sopravvento sulla cultura dell'opera-feticcio facendo diventare più importante il numero degli utenti che hanno visualizzato un video su Youtube che i CD venduti. Ma la visione post-apocalittica del fruitore solitario davanti ad un computer non è contrapposta a quella del musicista, che nella stessa posizione, davanti un computer, può comporre da solo qualsiasi opera musicale. Il processo di "disumanizzazione" della musica ha inesorabilmente portato ad una nuova concezione estetica che responsabilizza maggiormente le scelte dell'ascoltatore e pretende dagli artisti ruoli sempre più estremi. La fine del primo decennio del 2000 è coinciso con un nuovo revival degli anni ottanta: ritorno all'electroclash, mode stravaganti, sintetizzatori e suoni plastificati da effettistica digitale. Questo recupero estetico-teorico è ben visibile nella musica mainstream (esempio lampante: Lady Gaga) ma è possibile trovare delle tracce anche nei territori più emergenti (Gonjasufi in ambito internazionale, Iosonouncane in Italia). Davide Vettori è un artista poliedrico che si occupa di grafica, video-art, installazioni multimediali e si colloca nel filone one-man-band con la passione per il synthpop. Dopo varie esperienze musicali esce per la Garage Records l'album "Visione Cosmetica", tredici brani duri e pre-potenti che hanno un solo momento di distensione nella ballata La Distrazione recitata insieme ad Ilenia Volpe. L'esordio discografico di Vettori, bada però più alla forma che alla sostanza. Le melodie risultano spesso forzate e ripetitive, la tematica generale dell'album, il rapporto uomo/macchina, cerca di fare breccia nei cuori digitalizzati delle nuove generazioni di hipster utilizzando oggi una tematica già depauperata dai futuristi di ieri. Alcuni tentativi (Morire A Metà e Tempo Di Cambiare) finiscono per evocare in maniera quasi esplicita i primi Depeche Mode, altre volte si cerca di imitare la forza trasmessa da Trent Reznor dei Nine Inch Nails. E' come se Davide Vettori cercasse di vestire i panni del Nick Cave di "From her to eternity" senza la personalità del cantore australiano. I momenti migliori dell'album sono dove il confronto non supera i confini nazionali e si ha un vago sentore di Battiato. A Davide Vettori non mancano qualità e talento ma ci si perde in suoni che sono «né bianco, né nero / né carne, né pesce / ma poltiglia». Ciò di cui si sente la mancanza nella sua opera prima è un elemento che lo contraddistingua dalla massa e riesca a donare anche alle macchine una vena autoriale.
Articolo del
25/08/2012 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|
|
|
|
|
|
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|