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The Stompcrash
Directions
2012
Dreamcell11
di
Arianna Mossali
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Direttamente dalla brume meneghina arrivano le favole gotiche degli Stompcrash, interessante quartetto che già si era fatto notare nel 2007 grazie alle ottime recensioni ottenute dal debut album “Requiem Rosa”. Gli Stompcrash si dichiarano ispirati dalle creazioni letterarie di Lovecraft, Poe e Kafka, e che tra questi autori e la musica rock e metal ci sia una lunga storia di convergenze, intrecci e affinità, lo sappiamo bene. La band, in ”Directions”, ha rivisto il proprio stile dopo 10 anni di esperienza. Il risultato è ottimo: un sound più definito e raffinato, e niente più storie romanzate, ma vita e sentimenti reali, seppur filtrati attraverso la lente dell’estetica gotica, che restituisce qualunque visione nella luce soffusa di una sublime malinconia. Ottima partenza con ”Awoken From Uneasy Dreams”, un pezzo che riesce a fondere diverse sfumature del gothic, dal lirismo dei Lacrimosa al rock a tinte fosche dei Paradise Lost. ”The Leaves Begin To Fall” lascia spazio invece al lato più melanconico e classicamente goth della band milanese, con la sua melodia struggente. La morbida ”The Black Dahlia” è interpretata dalla chitarrista Daniela, che si alterna a Chris nell’esecuzione dei brani. ”Memories” ha toni vibranti e ritmati che ricordano molto i Cure. Incalzanti rullate di batteria introducono la suggestione notturna di ”Cold Luger”, brano tra i più romantici e suggestivi dell’album. ”Cat’s Eyes” e ”Enemy At Your Gate” hanno un taglio postmoderno alla Bauhaus, in cui anche l’interpretazione di Chris ricorda molto da vicino Peter Murphy. ”Circles Of Mud” segna il ritorno a sonorità più crepuscolari; bella e orecchiabile anche la successiva ”The Only Real Thing” con il suo trascinante riffing post-rock. Anche ”Hazel” è vicina alle sonorità del rock alternativo dei giorni nostri, con la voce di Daniela che si fa graffiante e spregiudicata, quasi una novella Shirley Manson. Molto bella anche ”Looking Eastward”, brano orecchiabile e malinconico sullo stile dei Type O Negative. Archi sognanti e atmosfere più distese per ”Back In The Blue”, che chiude in maniera ineccepibile un album dalle molteplici sfumature, tra le nuove uscite più interessanti non solo nel panorama gotico.
Articolo del
12/04/2012 -
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