C’è poco da fare. Quando le dilatazioni stoner si intrecciano in maniera efficace con le atmosfere velatamente doom, il risultato complessivo finisce quasi sempre per rivelarsi suggestivo. Se poi riescono anche ad intrufolarsi sprazzi di psichedelia convincente ed autentica, la questione comincia a farsi ancor più intrigante. In “Noisy Spirit” accadono, grosso modo, cose del genere. E per questo, già dopo un paio di rapidi ascolti, ci si rende conto di trovarsi di fronte ad un disco importante, uno di quelli che andrebbero consigliati a tutti gli amanti di sonorità forti, d’impatto. Tale impressione è frutto di una contemplazione attenta e costante, e non deriva quindi da un giudizio a caldo. Le sette tracce qui presenti dimostrano, nei trentasette minuti circa di durata complessiva, di possedere una personalità non indifferente grazie alle interessanti sensazioni che finiscono per suscitare non tanto al primo approccio, quanto, piuttosto, alla lunga distanza. E’ il segno allora che una produzione di questo tipo poggi su delle basi solide. Ciò lascia dedurre come la band che l’ha realizzata abbia le idee molto chiare circa il percorso intrapreso. E’ possibile allora affermare che gli Otehi, giovane ed esplosivo trio capitolino artisticamente attivo da poco più di un anno, siano partiti con il piede giusto. Sanno il fatto loro ma, cosa ancor più rilevante, sanno bene come muoversi e dove possono arrivare. Attraverso “Noisy Spirit” si capisce quale sia il terreno all’interno del quale avranno intenzione di muoversi anche nelle stagioni a venire. Attenzione però: guai a considerarli come una delle tante band legate solo ed esclusivamente all’universo sonoro ‘desertico-metalloide’. Il fatto stesso di essersi cimentati in un’ambiziosa suite, ovvero la title track, suddivisa in ben tre parti, lascia intuire come questo lavoro, registrato l’estate scorsa nella Valle d’Itria (nei pressi di Martina Franca), non sia un semplice collage di spunti ed intuizioni già sentite. C’è quindi maturità. E c’è anche un ottimo background, senza contare una piena sicurezza nei propri mezzi. Certo, è innegabile che i riff brucianti e “iperdistorti” risultino essere quasi sempre imprescindibili (e pezzi come “Monolith & Monolith” piuttosto che “Desert Rider” lo testimoniano ampiamente); ma forse è proprio la connotazione psichedelica, rumoreggiante a dare quel qualcosa in più al sound globale. Se non altro, le aperture lisergiche riescono a mitigare le ventate metalliche che si celano dietro l’angolo e a rivendicare un aspetto forse più rock che, inizialmente, si fatica a scorgere. Questo è forse l’aspetto determinante del disco, potenzialmente capace di attirare diversi tipi di ascoltatori per via delle diverse reminiscenze che lo caratterizzano. “Noisy Spirit”, disponibile dall’autunno del 2011, è interamente prodotto dagli Otehi ed esce per la Cosmic Swamp con distribuzione Ozium Records. La speranza è che sia solo il primo di tanti altri capitoli, anche perché dopo un assaggio così abbondante ci vuole poco a farsi prendere dalla curiosità circa i possibili sviluppi futuri.
Articolo del
19/02/2012 -
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