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Controsenso
La Strada E’ Di Tutti (La Verità E’ Di Tutti)
2012
CD autoprodotto
di
Alessandro Basile
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Un pop rock frizzante e grazioso, in alcuni casi ammorbidito da un approccio prevalentemente acustico, in altri pronto a farsi più accattivante tramite abbondanti sferzate di funky. Detto in un guscio di noce, è un po’ questo il sound che finisce per caratterizzare la quasi totalità dei pezzi inclusi nel disco d’esordio dei Controsenso, brillante quintetto capitolino in pista già da diversi anni. “La Strada E’ Di Tutti (La Verità E’ Di Tutti)” è dunque il frutto di ciò che la giovane band ha seminato negli ultimi tempi. Totalmente autoprodotto, l’album è disponibile dallo scorso 6 gennaio. Contiene dieci canzoni inedite, tutte interpretate in lingua italiana. E ciò è curioso. Nella stragrande maggioranza delle musiche si avvertono infatti evidenti richiami alle sonorità di matrice britannica. Tali connotazioni emergono soprattutto nelle composizioni più accese e “distorte”. Basti pensare all’iniziale “S.O.S.”, primo singolo estratto dalla raccolta; agli arrangiamenti sontuosi di “Don Giovanni”; al groove anni Ottanta di “Tu Che Tornerai Da Me”; e, non in ultimo, alle dilatazioni chitarristiche de “La Grande Esplosione Che Squarciò Le Nuvole E Ci Mostrò Il Cielo”, traccia principalmente strumentale in cui si notano piccoli rimandi all’arpeggio portante di “1979” di Billy Corgan e soci. E il resto? Gli altri sette brani propendono di più verso momenti tanto intimi quanto intensi. A tal proposito, è lecito segnalare almeno un paio di ballads ispirate come “Sul Foglio Di Carta”, elegante omaggio alla canzone italiana valorizzato da un’ondata di archi capaci di farsi largo nell’inciso, e “Le Promesse Del Mare”, episodio finale dell’LP in cui a predominare è l’essenzialità garantita dall’accompagnamento pianistico. Con un gusto ed un’attenzione particolari verso melodie godibili, i Controsenso mettono subito in chiaro il loro intento principale: risultare accessibili senza risparmiarsi troppo nella ricerca sonora e nei contenuti. La scelta di donare ad ogni canzone un vestito sempre alternativo ed originale è esattamente in linea con la strategia suddetta. Se ci riescono in pieno non è certo, in ogni caso si percepisce come la band abbia le idee già molto chiare circa il percorso da intraprendere. Accanto ad una buona preparazione tecnica, va però fatto qualche appunto circa il linguaggio. C’è in effetti un po’ di prevedibilità nei testi, il che non è una diretta conseguenza delle tematiche affrontate. Del resto si può anche parlare d’amore e di sentimenti senza per questo sfociare nella banalità. Per fortuna, nel caso dei Controsenso, la superficialità e il “già sentito” sono scongiurati. La scrittura è buona in quanto spontanea ed efficace. Semmai è il registro, il modo di espressione che può essere migliorato. Forse su questo aspetto dovrebbero lavorare un po’. D’altronde una maggior profondità consentirebbe al gruppo di incuriosire anche l’ascoltatore più esigente. Ma per un passaggio di questo tipo serve tempo. E loro ne hanno molto davanti. Poi sarà l’esperienza a fare il resto. Intanto possono già vantare un buon seguito di pubblico (come dimostra la recente esibizione al Piper Club di Roma) ma, prima di tutto, un disco furbo e ben prodotto. Vi sembra poco?
Articolo del
24/01/2012 -
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