Quando al termine dell’ascolto di un disco spegniamo la radio e ci soffermiamo a riflettere sulle parole appena udite le quali ritornano spesso nella nostra memoria nel corso dei giorni è il segnale che quel disco è riuscito a comunicarci dei sentimenti, delle emozioni permanenti. Nell’ambito della vacuità musicale che ci circonda non possiamo che ringraziare tutti quegli artisti che si rifiutano di seguirla e sono altresì ben disposti ad offrirci la loro sensibilità. Eccone uno di loro che corrisponde al nome del cantautore Galoni ed al suo album di debutto “Greenwich”. Sulla scia della migliore tradizione della canzone d’autore italiana di Fabrizio De André e Francesco De Gregori è riuscito a mettere insieme i malumori e la disgregazione del nostro tempo attraverso una descrizione e narrazione dei fatti semplice e concisa, riuscendo efficacemente a non cadere in una sin troppo ovvia banalità. La prima traccia, al ritmo di una musica nazional-popolare con tanto di armonica, tratto distintivo dell’intero album, porta il titolo de “Il Prezzo Delle Arance”, è un’ invettiva rabbiosa rivolta alle tante ingiustizie regnanti nel Bel Paese: la presenza di politici imputati eletti al parlamento, il problema dell’immigrazione, il traffico delle grandi città, la questione del mezzogiorno, tutti legati da un unico filo conduttore: il degrado sociale e culturale che imperversa da diversi anni in Italia (citando l’inno nazionale il cantautore declama “Siete Sicuri Che l’Italia S’è Desta?”). La canzone “Il Distacco Della Retina” è una metafora circa la cecità della gente, incurante ed inerte su quello che accade intorno ad essa, le uniche che non sembrano soffrire di tale situazione sembrano essere le parole, sovente usate in senso dispregiativo contro gli stranieri. Ancora tematiche a sfondo sociale in “Dio Non E’ Morto Per Caso”, incentrata sul lavoro precario (Dio aveva deciso da poco/Di lavorare anche le domeniche) e “Cattedrale” sulla stessa scia della precedente, racconta di gente spogliata di tutto che aspetta la propria fine imminente. Spiccano le abilità compositive del giovane romano in “Il Mestiere Di Vivere”, i versi sono interconnessi tra loro da metafore, doppi sensi, riferimenti alla vita reale; potrebbe servire da monito alla gioventù d’oggi perché affronta il tema della perdita progressiva dei lavori tradizionali manuali, viene menzionato quello del calzolai, sostituiti da quelli in cui conta solamente la spasmodica sete di apparire (Alla Fine Conta Di Più/Chi conosce Te Di Chi Conosci Tu). Infine “Geometrica”, crudele e triste descrizione della visione della povertà, essa da termine in sé astratto viene qui a materializzarsi nei confini geografici degli stati: ecco la formulazione del nostro concetto di povertà, relegata ad un semplice tratto geometrico della cartina geografica che racchiude il territorio, ricco o povero, di una nazione. Grande prova di abilità e aggiungiamoci anche grande coraggio in questo cantautore debuttante, nell’essere riuscito ad affrontare delle tematiche così delicate e controverse ed allo stesso tempo a farsi portavoce del senso di inquietudine e di paura che affligge la nostra odierna società.
Articolo del
10/12/2011 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|