“Purgatorio” è il titolo del secondo LP d’inediti realizzato dal progetto Piet Mondrian. Arriva ad un anno di distanza dall’ottimo “Misantropicana” e ad una manciata di mesi dall’EP “Carne Carne Carne Carne”. In uscita per la Urtovox il prossimo 7 novembre, il disco si avvale della collaborazione di Luca Telleschi per quanto concerne l’aspetto della produzione artistica. “Purgatorio” è il risultato di un lungo processo di ideazione e di arrangiamenti. Fasi, queste, che hanno dato non pochi grattacapi alla band durante le incisioni. Tuttavia la grande dedizione e la cura maniacale per i minimi dettagli hanno, a quanto pare, fatto la differenza. E’ un lavoro prezioso, notevole per gli spunti e per le intuizioni. Ammirevole per l’eleganza che lo avvolge, questo album mette in evidenza una discreta capacità di far confluire nelle canzoni innumerevoli stili ed atmosfere senza per questo risultare eccessivamente artefatto. Ciò è garantito innanzitutto da una forte sensibilità musicale e, in secondo luogo, da un gusto sapiente per l’accostamento – spesso alternativo ed inusuale – di sonorità disparate. Capita di passare da momenti più acustici, o comunque essenziali, ad altri più accesi senza accorgersene. Se nei caldi arpeggi di “Lussuria” e di “Invidia” si avvertono ventate retrò degne dei migliori chansonniers europei degli anni Sessanta, ecco che nei ruvidi riff di “Avarizia” e “Superbia” sembra di scorgere addirittura i migliori Kills. E se a questo mix di antico e moderno si unisce anche una scrittura affascinante, ma al tempo stesso intrigante ed efficace, è normale che il giudizio generale per un prodotto del genere aumenti vertiginosamente. Il fatto che ogni canzone sia un episodio completamente diverso dall’altro evita qualsiasi rischio di annoiarsi al momento dell’assimilazione di un lavoro che, in ogni caso, non è certo un contenitore di musica così immediata. I Piet Mondrian, nonostante un innegabile legame ideale con la tradizione cantautorale latina, mantengono infatti un’attitudine particolarmente alternativa nel concepimento e nello sviluppo della canzone. Hanno un modo del tutto particolare di intendere la melodia, di stendere le parole e di adagiarle sui temi musicali affini. “Purgatorio”, una sorta di concept ispirato alla ben più celebre opera dantesca, racchiude nove tracce inedite. A parte “Antipurgatorio” e “Paradiso Terrestre” che aprono e chiudono la raccolta, i restanti sette brani portano ciascuno il nome degli altrettanti vizi capitali. Attraverso queste canzoni il complesso vuole interrogarsi sul senso di colpa dell’essere umano e, più in generale, sul suo disagio interiore. Non c’è solo l’obiettivo, decisamente più palese nel disco d’esordio, di accanirsi esclusivamente contro la società. Più che denunciare gli errori e le magagne della nostra società, si tenta di auspicare un cambiamento, o se non altro una nuova presa di coscienza comune, che parta però da noi. Questo è quello che perlomeno si avverte dall’ascolto e dalla contemplazione delle liriche. La destrezza di Michele Baldini, leader del gruppo, sta anche e soprattutto nella capacità di padroneggiare con concretezza tali tematiche attraverso un linguaggio signorile e ricercato.
Articolo del
02/11/2011 -
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