Trovarsi tra le mani un disco che incorpora al suo interno svariati stili è sempre una sorpresa ben accolta perché la musica è un linguaggio universale, non importa il genere specifico, ciò che conta sono le emozioni che riesce a trasmetterci. “Lost Bags”, album di debutto dei Dead Cat In A Bag, è un tripudio di suoni incastonati l’un con l’altro in cui si incontrano tradizioni e culture differenti: folk, blues, jazz e canzone popolare. Il gruppo porta con se l’esperienza passata come compositore di musiche per spettacoli teatrali di prosa e danza, tanto che in tutte le tracce del disco sembra quasi di ascoltare dei cantastorie che però non si limitano solo a voce e chitarra, così come consuetudine vuole, ma usano un vasto mix di strumenti, africani, come il banjo, russi, come la balalaika, il bouzouki proprio della tradizione greca e ancora la tromba, il piano, il violino, il contrabbasso, il mandolino e la lista prosegue ancora assieme a tecniche decisamente più innovative come i sintetizzatori e le tastiere. Alla fine il risultato è l’aver creato un’orchestra potremmo dire anticonvenzionale ed allo stesso tempo tradizionale, i cinque torinesi hanno voluto sperimentare ma sono stati altresì acuti ed intelligenti nel non andare a sconfinare nell’esagerazione. Vale la pena di segnalare che la registrazione e produzione del disco è stata realizzata a Catania, a dimostrazione che anche il mezzogiorno possiede le proprie strutture. Le tracce dell’album sono accompagnate dalla voce sospirata e pacata del cantante Luca Swanz Andriolo che non si lascia andare mai a nessuna enfatizzazione di troppo, piuttosto sono gli innumerevoli strumenti che esprimono i diversi sentimenti e le tematiche presenti: “Wasteground Of Your Lips”, ardore, “Whither” malinconia, “A Rose & A Knife”, brividi e visioni, per andare ad atmosfere di film western in “The Stow Away Song ( A Sea Shanty), la canzone più vivace dell’album, ed armonie decisamente più soft in “Gipsy Song”. Ed ancora, a sottolineare la poliedricità della band, segnaliamo “Sleeping Fields”, quasi una composizione classica al pianoforte, “Zbohom”, accompagnata da un ritmo alquanto inusuale in tre tempi. Coraggiosi, talentuosi e disinvolti, non possiamo che augurare ai Dead Cat In A Bag un futuro musicale denso e fecondo.
Articolo del
21/06/2011 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|