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Bid Zogo
Nightmare Inc
2010
CD autoprodotto
di
Mirela Marta Banach
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Incubo: “sogno morboso,il quale ha per suo principale carattere la percezione dolorosa d’un peso immaginario, coll’impossibilità di gridare ed allontanarsi dall’oggetto chimerico, da cui pare essere oppressi”. Potrebbe iniziare col richiamo etimologico l’analisi del ”Nightmare Inc”, secondo album dei Bid Zogo, ma qui, da subito, l’impossibilità di gridare pare del tutto inconcepibile. L’oppressione positiva dall’oggetto chimerico buttante mostruose fiamme dalla bocca ben si addice però con la fiamma dell’odio tipica dei Bid, un odio intenso contro forzature imposte dall’uomo che sprigiona un’energia implacabile e prorompente. Fin dal primo demo ”BZ-001” del 2000, la band nu-metal testa instancabilmente l’esplorazione musicale per arrivare step by step alla svolta del 2009 con ”Under the Cold Ground”, apprezzato dalla critica e spianante la strada verso un nuovo capitolo fatto di live e collaborazioni apprezzabili. Uno dei suoi paragrafi pare essere “Nightmare Inc” arricchito da una line-up ‘aperta al femminile’ con Alice Lane al basso che s’inserisce di buon grado nel trio Taglietti- Tavazzi- Papetti. La tensione energetica è senza dubbi il nucleo marcante il sound della band di Lodi, ma nel lavoro di fresca data essa si valorizza di contaminazioni più ad ampio raggio con una potenza adrenalinica che prescinde da ogni tipo di definizione tecnica. Come può quest’ultima prevalere laddove è la rabbia esplosiva a qualificare i 33 minuti dell’album? Una rabbia quasi carnale, disagio emotivo, ribellione irrequietamente perpetua che sembra materializzarsi col ritmo scandito dalle bacchette ‘pro mark 5A’ di Papetti. Il meno banale “New Apocalypse” ben esemplifica il tutto: qui l’influenza dei Soulfly si fa avanti insieme ad una ritmicità tutta fracassante e due assoli di stampo Malmsteeniano rispettivamente a metà e fine ‘acusticamente spagnoleggiante’ del brano. Una fine dove il basso ripropone una soluzione sperimentata dalla chitarra che richiama inverosimilmente atmosfere 007. Il pezzo d’inizio “Casket Room” si avvicina a sounds metalcore con ritornelli melodico-grunge,riff stoppati e vocione macchiatamente impuro. Lo stesso vale per “Save the Savior” dal titolo emblematico, in cui la veloce chitarra opera da componente peculiarmente ritmica. “T-Virus” evoca a tratti i Limp Bizkit specie nelle strofe, mentre “Multilated” propone due voci in pianta stabile che si fronteggiano alternativamente e sempre a strappi. “Let Me Die”: una richiesta di morte forse? Una richiesta con un ritornello ‘industrialotto’ oserei pronunziare, ma paradossalmente orecchiabile. Rappresenta una variante nondimeno fuorviante “Fire Under the Snow”, fortemente Big Beat con eletti momenti metal,mentre la title-track “Nightmare Inc” è tanto caoticamente interessante quanto nitida nei suoi assoli. Infine “2012”, più frenato, dove in un mondo in collasso si innalzano ‘chorus a preghiera’ con richiami misticamente apocalittico-tormentosi. La non- rigidità compositiva unita a pulsazioni energetico-ritmiche fanno dell’incubo bidzoghiano una composito appagante, fin tanto che il sogno angoscioso non ci affligga…
Articolo del
04/04/2011 -
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