L’amore si sa, è cieco e quello che ci hanno messo i Seddy Mellory nei loro pezzi, è davvero intenso. La loro passione si chiama rock. Nato a Brescia nel 2005, il trio torna sulla scena musicale con un EP di sole cinque tracce dai sapori aggressive, ruvidi e ed elettrici che fanno da cornice al nucleo musicale adottato. Dopo aver aperto concerti di artisti come Costantines, Piano Magic, Gogol Bordello e Mojomatics, i Seddy Mellory si ripresentano al pubblico con un garage rock davvero impulsivo quello che, di primo acchito, possiamo ascoltare nella traccia d’apertura ”Degudsforladte”. Il miscuglio sobrio di garage rock con post punk e acid rock – da cui hanno preso ispirazione - che i Seddy Mellory hanno scelto di produrre, si accenna a partire dalla traccia numero 2, “èt Liv” che, se analizzata attentamente, porta con sé delle reminiscenze rock che vanno dagli anni ‘60-‘80 - con accenni, non del tutto azzardabili però, agli ACDC – sino al rock/pop anni ’90. La scelta ragionata del trio nel scegliere il genere musicale, ha dato vita sicuramente ad un prodotto dinamico che oscilla tra alti e bassi rockeggianti, ma che rimane sulla base stabile della loro identità, un rock che si discosta dal classico del genere, facendo, per l’appunto, primeggiare la personalità della band. I riff di chitarra sono determinati, sincopati e proprio quest’alternanza cadenzata di suoni permette all’ascoltatore di innamorarsi del ritmo incombente e vitale che le cinque tracce dell’EP stanno regalando. La traccia tre è un mix equilibrato di suoni rock sporchi che, in certi tratti, si rifanno al quel rock anni ‘70/80, al quel passaggio generazionale da cui il rock è stato segnato e da cui ”Desertoren” ha preso il buono che poteva estrapolare. La sintonia di chitarra elettrica e batteria che ritroviamo nella quarta track del disco, ”Lossepladsen”, è la dimostrazione tangibile dell’intesa esistente fra gli elementi del gruppo: ognuno sa quando è il momento di rimanere pacati su onde costanti di suoni o quando far scoppiare la bolla di adrenalina intrisa negli strumenti. Una nota sulla voce non va sicuramente ignorata. Il cantato risulta in piena linea ritmica con quella strumentale, è quel quid di cui avevano bisogno i Seddy Mellory per rendere il loro genere originale.
Articolo del
22/03/2011 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|