|
“Ladies and gentlemen, rock and roll” Con queste parole, il 1° agosto 1981, MTV esordiva ufficialmente negli Stati Uniti, inaugurando una nuova era per la musica e la televisione. Il primo video mandato in onda fu “Video Killed the Radio Star” dei Buggles, un titolo destinato a diventare profetico.
Da quel giorno, il modo di vivere la musica cambiò per sempre e oggi, mentre si diffonde la notizia ufficiale della chiusura definitiva di MTV, è impossibile non riflettere sul ruolo epocale che questo canale ha avuto nella storia della musica, nella cultura e nella società, ridefinendo il modo di ascoltare, vedere e vivere la musica.
L’inizio di una rivoluzione: quando la musica divenne immagine
MTV nacque con una missione chiara: portare la musica in televisione in un modo nuovo, visivo, fresco e giovane. I videoclip diventarono un linguaggio universale attraverso la trasformazione di semplici canzoni in esperienze visive memorabili. Gli artisti cominciarono a curare il proprio look, la regia e la narrazione stessa. Michael Jackson, Madonna, Prince, Duran Duran: sono solo alcuni degli artisti che hanno vissuto da protagonisti e contribuito a definire il fenomeno MTV.
Negli anni ’80 e ’90, MTV non era solo una rete, ma un fenomeno culturale globale. Ha dettato mode, linguaggi e atteggiamenti. Ha fatto conoscere generi musicali alternativi al grande pubblico, dal grunge all’hip hop.
Nei primi anni ’80, l’idea di un canale televisivo dedicato esclusivamente ai videoclip sembrava folle. Eppure, MTV si impose rapidamente come qualcosa di nuovo e irresistibile. I videoclip non erano più semplici accompagnamenti promozionali alle canzoni ma, opere d’arte visiva, strumenti di narrazione e identità.
Michael Jackson fu il primo a capire che il videoclip poteva essere molto più di un semplice supporto promozionale. Con “Thriller”, diretto da John Landis, portò la musica sul grande schermo, mescolando danza, cinema e narrativa in una forma nuova e spettacolare.
Anche Madonna intuì immediatamente il potere dell’immagine. Ogni suo videoclip divenne un manifesto di identità e provocazione: da “Like a Virgin” a “Express Yourself”, usò la videocamera come specchio della libertà femminile e della ribellione pop.
I Duran Duran, con le loro produzioni ambientate in luoghi esotici e set cinematografici, trasformarono ogni videoclip in una finestra sul glamour internazionale. In un’epoca senza social, i loro video furono le prime passerelle globali del pop, dove musica e immagine si fondevano in un’unica estetica patinata e irresistibile.
Molti artisti come Prince, David Bowie e i Depeche Mode usarono MTV come una vera e propria tela bianca per dipingere mondi sonori e visivi unici, ciascuno con la propria estetica, i propri simboli, la propria personalità e visione. Nei loro videoclip, i fan non si limitavano ad ascoltare: entravano in un universo parallelo, si riconoscevano nei codici, nei colori, negli sguardi e nelle mode lanciate dagli artisti che diventavano subito icone mondiali.
MTV divenne, così, il crocevia tra musica, moda e cinema, un laboratorio di identità dove l’immagine contava tanto quanto la melodia. MTV è stata la finestra sul mondo per milioni di ragazzi. La musica era diventata un’esperienza visiva condivisa, popolare e istantanea.
Tra le innovazioni più riuscite di MTV spicca il format Unplugged lanciato nel 1989, che riportò la musica alle sue radici acustiche. Ogni puntata offriva una performance dal vivo, essenziale e intima, in cui artisti di fama mondiale abbandonavano la spettacolarità televisiva per riscoprire la forza pura del suono e della voce. Il celebre Nirvana Unplugged in New York del 1994, tutt’oggi rimane una pietra miliare, simbolo di un approccio autentico e controcorrente. In un'epoca in cui tutto diventava sempre più spettacolare e patinato, MTV seppe fare un passo indietro con questa mossa in controtendenza, spogliando la musica di orpelli ed eccessi tecnologici, restituendole la propria essenza.
Nel 1997 nasce anche MTV Italia, in chiaro sul canale 8 del telecomando e fu subito culto. Il pomeriggio si animava con programmi come TRL (Total Request Live), con centinaia di ragazzi in piazza Duomo a Milano che urlavano sotto le finestre per i loro idoli, diventando pioniera nel raccontare la musica dal punto di vista dei giovani, con linguaggi freschi, ironici e, spesso, irriverenti.
Con l’arrivo degli anni 2000 i videoclip iniziano a lasciare spazio ai reality show (The Osbournes, Pimp My Ride, Jersey Shore) e a contenuti generalisti che allontanano progressivamente la rete dalla sua identità originaria.
L’ascesa di YouTube e delle piattaforme streaming ha segnato un colpo durissimo: vedere un videoclip non è più un’attesa, ma si velocizza e trasforma tutto alla portata di un click. L’era della fruizione “on demand” rende il palinsesto obsoleto. MTV prova a resistere, si frammenta in canali tematici ma la sua magia originaria, pian piano, si affievolisce.
La chiusura ufficiale rappresenta la fine di un’era, ma anche l’inizio di una riflessione: cosa resta dell’eredità di MTV? Forse non il canale in sé, ma l’idea che la musica può essere vista, oltre che ascoltata, che può raccontare storie anche solo con le immagini. Il suo impatto culturale tutt’oggi è ovunque: nella centralità dell’immagine nella musica contemporanea, nei video virali su TikTok, nell’estetica, nei look, nel modo in cui si comunica la musica.
MTV ha inventato un linguaggio, un’estetica, una nuova forma di espressione artistica. E anche se il suo segnale si spegne, resta accesa la scintilla di ciò che ha ispirato.
Articolo del
14/12/2025 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|