Ha ancora un senso ascoltare dal vivo e vedere sul palco un gruppo come i CCCP-Fedeli alla Linea, che ha fatto tanto parlare di sé negli anni Ottanta? Non c’è una risposta univoca, se non quella di un senso di appartenenza, inevitabile da parte di chi quell’epoca l’ha vissuta pienamente. Quella band, quei suoni, quegli slogan musicali lanciati dal palco costituivano un punto di riferimento assoluto per quanti speravano in un cambiamento e chiedevano la rivoluzione.
Tanto tempo è passato da allora, ma le idee, le speranze, quella identità culturale non avevano nulla a che fare con l’età. E allora perché non provarci ancora? Ecco per voi, qui a Roma, rigorosa e scoppiettante, la prima data del tour di commiato dei CCCP - Fedeli alla Linea, non a caso intitolato “Ultima Chiamata”. Per questo era importante esserci, anche per verificare quanta verità c’era allora e cosa rimane adesso di una esperienza unica a metà strada fra cabaret berlinese, teatro off, punk rock e musica d’avanguardia.
Le canzoni che aspettavamo ci sono tutte, da “Rozzemilia” a “Tu Menti” , da “Noia” a “Stati di Agitazione”, da “Libera Me Domine” a “Oh Battagliero”, da “Curami” fino a “Emilia Paranoica”, per oltre due ore di concerto che hanno mandato in visibilio il pubblico presente, che si è lasciato travolgere volentieri dai ruggiti punk e dalle sferragliate elettriche emanate con grande magnetismo dalla band, che ci ha proposto una “reunion” al gran completo con Giovanni Lindo Ferretti, autore dei testi, voce solista e io narrante, con Massimo Zamboni, alla chitarra elettrica, con Annarella Giudici, la Benemerita Soubrette e con Danilo Fatur, l’Artista del Popolo.
Monologhi a carattere teatrale, la presenza quasi spettrale di Giovanni Lindo Ferretti, stretto in abiti da militante sovietico, la solennità di un comunicato stampa della TASS, la compostezza di una liturgia ecclesiale, in un tratto temporale unico che partiva dalla vecchia USSR e veniva filtrato attraverso i canoni espressivi della provincia emiliana. Una operazione dal fascino indiscutibile in cui il rigore della disciplina comunista veniva esaltato - e non mortificato - dal graffiare delle chitarre elettriche, da un punk irrituale e sporco, figlio del movimento inglese di fine anni Settanta.
Nei testi dei CCCP -Fedeli alla Linea convivono Lenin e la beata Vergine Maria, c’è spazio tanto per l’ideologia e per il comizio quanto per degli aforismi letterari e preghiere laiche, il tutto in aperto contrasto con il pensiero dominante, allora come adesso, ottuso e perverso. Un cabaret nero, in stile berlinese, con tanto di precise invocazioni a Mishima, a Majakovskij e a Pier Paolo Pasolini, citazioni sparse, ma frasi brevi, che sono state gettate in un inferno sonoro, all’interno di una vocalità serrata, frenetica, come se ci fosse la consapevolezza che non c’è più tempo, che è finita, che siamo arrivati ‘appunto a l’ultima chiamata.
I CCCP sono anche Annarella Giudici, silenziosa sulla scena, ma che con i suoi continui cambi d’abito, da crocerossina a casalinga, da soubrette a militante, condiziona lo show, aggiunge interrogativi e dubbi in un contesto peraltro senza certezze. I CCCP sono anche Danilo Fatuz, un omone gigantesco, strana specie di clown, sempre disposto ad offrire in sacrifico il suo corpo, perforato da cavi elettrici, da imbuti usati come copri capezzoli o soverchiato da cerchioni di automobile.
I CCCP sono la narrazione di Giovanni Lindo Ferretti, a metà strada fra un militante del partito comunista e un mistico del medioevo, che misura ogni parola, con un incedere cadenzato e potente. I CCCP sono la chitarra di Zamboni, in apparenza schivo e silente, ma in realtà capace di trasformare in sonorità aspre e taglienti le urgenze di quella generazione, non molto diverse purtroppo da quelle di adesso. Uno show difficile da dimenticare, che non vuole saperne di nostalgia, proposto da musicisti che sanno parlare alla gente, attraverso simboli, aforismi , ironia e detonazioni chitarristiche che volano alte verso il Cielo.
SETLIST B.B.B (Brucia Baby Burn) A ja ljubljiu SSSR Rozzemilia Tu menti Per me lo so Morire Stati di agitazione Libera me Domine Madre Reclame MACISTE contro TUTTI Oh! Battagliero Valium Tavor Serenase Trafitto Radio Kabul Punk Islam And the Radio Plays Guerra e pace C.C.C.P. Curami Emilia paranoica Bang Bang (My Baby Shot Me Down) (Cher cover) Spara Jurij Vota Fatur Encore: Annarella Mi ami? Io sto bene Allarme Noia Encore 2: Amandoti
Articolo del
30/06/2025 -
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