L’epopea dei R.E.M. è finita nel mese di Settembre del 2011, ma la musica del gruppo originario di Athens, Georgia, è ormai entrata nella sfera emotiva e nell’immaginario musicale di noi tutti . Le canzoni di Michael Stipe e dei suoi compagni hanno lasciato una profonda traccia nella storia della musica di questi ultimi anni anche per merito di una impostazione lirica di tutto rispetto e di testi accurati e oltre modo sensibili.
Claudio Fabretti, giornalista musicale, redattore di ‘Leggo’ e di ‘Onda Rock’, una rivista web molto seguita, ha pensato bene di raccontare la storia dei R.E.M. attraverso l’analisi delle loro canzoni e questo “Perfect Circle” si rivela un libro molto godibile ed interessante. Il testo si articola su ben 374 pagine ricche di curiosità e di osservazioni interessanti, Le citazioni tratte dalle canzoni sono accompagnate da una traduzione sempre fedele al testo e la scelta dei brani è quanto mai indovinata e segue la cronologia di pubblicazione dei singoli album nell’arco di una lunga carriera, durata quasi trenta anni.
I R.E.M. sono passati dalla scena “indie” alla notorietà internazionale senza mai rinnegare il loro modo di essere, senza modificare il loro approccio alla musica e ai testi, fin quando è durata, finchè ne valeva ancora la pena. Se la musica dei R.E.M. si è andata con il passare del tempo ad incanalare verso “rock ballads” avvincenti e corali, ma dalla struttura semplice e con una linea melodica adatta ad accompagnare i nostri sogni ad occhi aperti, le liriche delle loro canzoni, in particolare quelle della prima decade, hanno sempre avuto dei risvolti decisamente intricati: storie personali, dinamiche di coppia, impegno politico e battiti del cuore venivano mescolati insieme con un linguaggio non sempre facile da intendere.
Questo libro, quanto mai lineare ed attendibile nelle sue considerazioni, vi aiuterà ad orientarvi meglio all’interno di brani che appartengono ormai al nostro “background” musicale. Sarete resi partecipi attraverso la lettura delle diverse fasi attraversate dal gruppo, fino all’abbandono di Bill Berry, il batterista originario, e alla pubblicazione di “Up”, il disco che ha segnato l’inizio dell’ultimo periodo, quello forse meno creativo, che ha portato poi qualche anno più tardi ad un naturale, anche fisiologico, scioglimento. Da possedere.
Articolo del
27/12/2012 -
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