Un primo Ep, una prima stagione, un lento procedere come fosse una dolce deriva come anche si celebra in questo suono industriale, poco ostinato, quasi sospeso. E quando tutto questo accoglie anche la bella lirica della canzone d’autore, che un poco si fa inglese e un poco italiana, allora il risultato affascina e non poco. Lui è Marcello Capozzi e noi parliamo di Offshore - Prima Stagione pubblicato da I Dischi del Minollo che spesso pone attenzione a lavori di deriva, lavori periferici, lavori dentro cui la musica diviene mezzo non solo per le liriche ma anche per visioni umani e spirituali. E forse, come qualcuno asserisce, avrebbe senso parlare di un “post-pop”, scenario quasi dedito all’apocalisse che stiamo vivendo
Ascoltando il tuo primo Ep, ho l’impressione che ci siano due piani di evoluzione, almeno in questa prima stagione. La prima è l’intimità. I primi due brani sono industriali, intimi, sospesi… “London Bridge” sfocia nelle soluzioni pop rock più radiofoniche… vero? Nell'incipit della prima stagione di "Offshore" c'è solitudine: per molti versi fiera, ma in qualche modo anche atterrita. L'intimità di "Modello 730" è sospesa perché il personaggio protagonista non ha ancora trovato la quadra della propria esistenza, che non è risolta e nemmeno in movimento verso qualcosa. "Dei miei stivali" innesca un movimento di trasformazione e rivoluzione personale. "London Bridge" prosegue il lavoro con un ulteriore salto energetico. Trattandosi di un concept seriale, i brani sbocciano gli uni dagli altri: ogni pezzo è consequenziale all'altro. Sul concetto di "radiofonico" invece ho difficoltà ad esprimermi: in base a gusti e criteri probabilmente anacronistici, tenderei a passare tutto il disco alla radio
Il secondo è il viaggio… sembra che dall’Italia da lasciare si passi all’estero da mitizzare… che poi si torni alla nostalgia di casa… almeno questa è la mia personale codifica del “ponte” che mi fai “vedere” nella chiusa… Per quanto mi riguarda, il movimento innescato dalla "prima stagione" è irreversibile: sul piano degli eventi narrati non vi è ritorno. Il concetto stesso di "Offshore" indica letteralmente uno spingersi al largo, in mare aperto. Figurativamente, si tratta di confrontarsi con l'oltre. Certamente "London Bridge" rappresenta un momento liberatorio di entusiasmo esterofilo, un abbraccio multietnico e cosmopolita. Ma la Londra della seconda stagione diventerà lo scenario sinistro di ben altri accadimenti. Relativamente al "ponte": in quel contesto, a me suggerisce un'immagine legata alla costruzione protesa al futuro. Il retaggio originario (Mother legacy) rotola via, libera il campo e va in frantumi, mentre ci si proietta in avanti alla ricerca di una nuova storia
Parliamo del suono: classico ma anche ruvido e insofferente… che mi dici? Al di là delle varie declinazioni lungo lo scorrere dell'intera tracklist (nelle prossime stagioni avremo passaggi di elettronica, folk a stelle e strisce, elaborazioni sinfoniche), il disco mantiene un'attitudine rock, intesa come inclinazione al graffio. Il temperamento espressivo è quello. Carlo Natoli ha sperimentato svariati master alternativi per giungere al punto di equilibrio che ci pareva giusto, tenendo conto dell'eterogeneità degli stimoli sonori disseminati nelle diverse sezioni dell'album
E oggi questa dimensione digitale degli Ep così come della diffusione digitale… ma cosa c’è di sbagliato secondo te? Il digitale sembra quasi come la Londra che cerchiamo di raggiungere… come per fuggire… Navigo a vista. Quando vai in un altro paese, e ricostruisci tutto da zero, riesci a fare a meno di tante cose. Ho vissuto per due anni nella cucina di un sottoscala di Highgate e prima di allora avevo alloggiato in una minuscola stanza con la caldaia nell'armadio: certamente non potevo pormi il problema di curare la biblioteca, o avere la migliore collezione di vinili. Non avevo spazio e dovevo essere sempre pronto a traslocare. Quello che dispiace è la perdita di qualità nell'ascolto, oltre alla frammentarietà. Ma, a parte questo, tendo ad essere pragmatico. "Offshore" comunque uscirà su supporto fisico a Gennaio 2022 con un eccezionale progetto grafico dell'illustratrice Jessica Lagatta: in questo caso, le stagioni seriali anticipate in digitale si ricomporranno nell'unico flusso di ascolto del CD.
Torneremo a qualche punto di origine secondo te? Non muovendosi ad altezza uomo. Abbracciando una visione generale e immanente dell'eterno: in qualche modo, sì
Articolo del
02/12/2021 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|