"Uno” è il nuovo album di inediti di Emanuele Colandrea, uscito martedì 1° aprile per l’etichetta 29Records.
La caratteristica più interessante di questo lavoro musicale è che l’intero album, oltre che composto, è arrangiato, suonato, registrato, editato e masterizzato dall’artista stesso, a riprova che oggigiorno, anche in proprio, si può produrre musica di alta qualità.
Tredici pezzi dove Emanuele Colandrea ancora una volta propone all’ascoltatore i suoi pensieri ad alta voce, in un modo fresco e pregnante, realista e unico.
Dai bambini di Gaza che non potranno diventare adulti, all’espansione del tempo e l’importanza della condivisione, tutti temi importanti che l’artista affronta con grande profondità ed eleganza musicale.
Emanuele Colandrea, cantautore, ma anche musicista, è originario della provincia di Latina e ha già un percorso artistico abbastanza lungo che lo vede adesso alla settima pubblicazione con l’album “Uno”, dopo i precedenti “Belli dritti sulla schiena” (2022), “I miei amici immaginari” (2020), “Ritrattati Deluxe” (2017, ristampa di un precedente lavoro), “Un giorno di vento” (2016), “Canzoni della fine dell’anno” (2015), “Ritrattati” (2015).
Sicuramente un itinerario musicale solido grazie ai concerti tenuti durante gli anni, ma anche per un’ispirazione che trova le proprie radici in vari generi, locali e internazionali.
L’album si snoda su un percorso che sonda molti temi, tanto personali quanto sociali, dove alcuni pezzi risaltano sugli altri.
Fra questi “Sarà bello”, con una introduzione raffinata ed elegante, di apertura al canto che grazie all’arrangiamento ben congegnato fornisce all’ascoltatore una sensazione di unitarietà, utile ad apprezzare un testo che parla di guardare le cose da un altro punto di vista.
“Ho imparato” in uno stile country, dinamica e piacevole, che racconta di una vita frenetica che riesce a fermarsi grazie all’amore, un pezzo che avvicina molto Colandrea a De André anche per il testo forte e sincero, pregnante, che pur contenendo parole grevi non risulta spiacevole.
“Ti ho aspettata tutti i giorni”, un po’ romantica, un po’ disperata, parla dell’arrivo della persona attesa da tempo e della bella sensazione di calore che si prova quando questa attesa viene finalmente coronata. Emanuele Colandrea tocca anche un tema di tremenda attualità vedendolo dal punto di vista estremamente crudo di chi soffre ed è pressoché senza speranza: i bambini di Gaza.
“Con le mani nella guerra” è una canzone sulla tragedia della Palestina, sui bimbi che non invecchieranno, perché in quel luogo la vita futura è solo un sogno, un’illusione e l’unica verità possibile è che “a Gaza tutti invecchiano, tranne i giovani”, non si poteva pensare a un modo più toccante per raccontare questo dramma sociale e umano.
Nel complesso l’ultimo album di Emanuele Colandrea rivela un artista genuino, che a tratti può sembrare naif ma che è in realtà un verista dell’espressione musicale, capace di intelligenti connubi fra giochi di parole e richiami di vario tipo, arguti e a volte nostalgici, ma sempre intelligenti, una prerogativa che solo i grandi cantautori possiedono.
LINE UP Emanuele Colandrea (voce, chitarre, basso, synth e tastiere, batteria)
TRACKLIST 1. Sabbia e cemento 2. Sarà bello 3. Andiamo camminiamo lavoriamo 4. Ho imparato 5. Siamo fatti 6. Ti ho aspettata tutti i giorni 7. A forza di essere gente 8. Con le mani nella guerra 9. Altro che Colandrea 10. Osso di mela 11. Te l’ho detto già 12. Un giorno tre autunni 13. Amarsi è rivoluzione
Articolo del
12/05/2025 -
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