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Erio
Inesse
2018
La Tempesta International
di
Claudio Prandin
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La prima cosa da dire su questo disco è che è sorprendente: Erio è un artista italiano ma ha composto un album apolide nel senso che contiene canzoni soul, rhythm and blues e a tratti hip hop con una musicalità tutta inglese associata ad un gusto che proviene senza dubbio dal Mediterraneo, come dimostrano l’ariosità della musica del nostro paese e soppesate incursioni nei suoni orientali. La meraviglia di Inesse è il modo in cui Erio canta facendo roteare e vorticare la sua voce, anzi le sue voci, sovrapponendole, mescolandole, nascondendole dietro suoni elettronici per poi farle magistralmente riemergere. Con essa esplora profondità baritonali e idilliaci falsetti tanto che a volte sembra omaggiare l’opera mentre in altri momenti assume i toni sacri di una cerimonia liturgica. In questo modo espone tutto il ventaglio di sonorità che riesce a raggiungere con le sue doti tecniche ma soprattutto emozionali.
Gli arrangiamenti avvolgono la voce con rumori di fondo che scandiscono il ritmo insieme a flebili batterie che si confondono nel substrato sonoro e strumenti musicali come la chitarra elettrica e i violini magistralmente arrangiati da Erio stesso. Tutti gli arrangiamenti infatti sono suoi, anche quelli di violini e sax che poi lascia suonare a ottimi strumentisti.
I testi parlano di esperienze realmente vissute dall’autore mentre, in giro per l’Europa, presentava la sua musica. Limerence per esempio parla di un incontro avvenuto allo Chez Maman un noto locale di drag queen a Bruxelles, mentre altri brani parlano di Londra, sua città adottiva. Becalmed lenta ed emozionante e Brief history of Se and Fa sono i brani che mi hanno colpito di più anche se il singolo Kill it! Kill it! rappresenta il punto d’approdo migliore per apprezzare questo album.
Concludo dicendo che questo disco merita di essere comprato; anche un anima “rock” come la mia è stata conquistata da questo artista che sa come sorprendere, spiazzare e alla fine ammaliare con la sua voce e il suo modo molto personale di intendere la musica.
Articolo del
02/05/2018 -
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