Contemporaneo come uno smartphone di ultima generazione, fresco come un mojito in riva al mare e positivo come un discorso motivazionale di un mental coach. No, non sono diventato matto, penso esattamente questo di “Emigrato Cosciente”, il debutto discografico di Andrea Brunotti. Sette canzoni che vi porteranno allegria, ma, guai a pensare ad un EP privo di tematiche serie e attuali. Troppo spesso si tende a fare questo sbaglio e, di conseguenza, relegare, un determinato artista, nella categoria sbagliata.
Ci sarà pure un motivo se troviamo, praticamente in ogni album, una canzone, nel bene o nel male, dedicata all’amore. Chiaro che c’è ed è inutile fare congetture dato che è l’unica cosa che smuove veramente il mondo e, giustamente, deve essere celebrato. “Amore Spennato” è, potenzialmente, una canzone che mi aspetto di ascoltare per radio mentre sono bloccato nel traffico. Una divertente cronologia di eventi che non fanno altro che confermare quanto sia impossibile tamponare il fluire di questo magico sentimento. Quando l’amore è vero sei pronto a fare cose impensabili e a superare barriere che sembravano insormontabili fino a qualche istante prima. Brunotti ci trasmette tutte queste emozioni cantando, con il suo graffiante umorismo, di quella giornata tragicomica in cui, tra selfie e post, sempre a metà tra una discesa in snowboard e negozi di lusso, l’amore lo ha messo al tappeto ma subito aiutato a rialzarsi. Impossibile non canticchiarla e il ritmo, pulito e semplice, ti entra dentro. “Amore Spennato” ti lascia la voglia di amore e di amare.
Fin dai primi secondi di “Emigrato Cosciente”, canzone che dà il titolo all’EP, è stato impossibile non pensare a tutte le persone fuori sede che ho conosciuto nel corso degli anni. Non è mai facile decidere di lasciare la propria città, la famiglia e gli amici, per fare un salto nel buio con la speranza di realizzare i propri sogni. “Ma un emigrato cosciente ha un profilo vincente, ed una idea interessante, ottima prospettiva, rovesciare la sfiga, cercare un riscatto nella voglia di cadere, ho trovato il punto per ingranare..” è così che canta Brunotti, con la sua timbrica inconfondibile, nella sua ballata che trasuda di voglia di non mollare, di rischiare e di trovare la forza di rimettersi in piedi anche nei momenti di grande difficoltà.
Ascoltando “L’attesa” non ho potuto evitare di farmi una domanda: la vita, dopo tutto, cos’è se non una lunga e, a tratti, dolce attesa? Camminiamo lungo il percorso affrontando ostacoli, sbandate e meraviglia. Lo stupore delle scelte che facciamo, le convinzioni che nascono e crescono insieme a noi, le battaglie che si scatenano quando scegliamo da che parte stare. Il nostro sguardo sul mondo è un continuo viaggio alla ricerca di qualcosa, ma è proprio il viaggio che diventa esperienza e ricordo ciò che porteremo sempre con noi. “L’attesa” è una canzone estremamente morbida e ricca di contenuti. Dolce, come la viola che diventa protagonista del pezzo, emozionante come il piano che la apre e la voce calda di Andrea che si trasforma narratrice perfetta di quello che ancora stiamo aspettando e di quello che già stiamo vivendo.
“Ci vuole un break naturale, un distacco sociale, da tossine nervose in lenta circolazione..” è proprio così. La fortuna è che, presto anche chi ne è sprovvisto, ne sono sicuro, avrà la sua parte, abbiamo la nostra ancora di salvezza. In mezzo al caos che viviamo da protagonisti ogni giorno, somatizzato dalla stragrande maggioranza di noi, abbiamo qualcuno che riesce, prima di tutto a sopportarci e poi a mostrarci l’altra metà della medaglia, donandoci “L’ossigeno Perfetto” di cui parla la quarta canzone di “Emigrato Cosciente” e di cui abbiamo un estremo bisogno.
Ci sono canzoni che non hanno bisogno di essere descritte, perché, molto spesso, non è facile trovare le parole giuste per farlo. Come potrei raccontarvi dell’amore che arriva e ti cambia la vita? Quali parole dovrei usare per parlavi di un pianoforte che descrive un cuore fragile che finalmente trova un porto sicuro in cui ripararsi? Quando una canzone finisce con un “grazie”, a lei che ha riempito un vuoto che sembrava incolmabile, cosa dovrei dire? “Sei Arrivata” è l’emblema di ciò che può fare l’amore quando è vero. Io, non posso aggiungere altro. Ascoltatela e, mentre lo fate, non preoccupatevi se sentirete qualcosa battere sempre più forte…
“Sette Pianeti” chiude il lavoro di Andrea Brunotti, e, ancora una volta, la riflessione è dietro l’angolo. La realtà di molti è che ancora non sono davvero pronti per cambiare, nonostante lo sbandierino come un mantra. Sareste veramente pronti a lasciar perdere social, smartphone, internet e tutte le comodità di cui, anche se non lo ammetteremo mai, siamo diventati dipendenti?
Articolo del
29/11/2017 -
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