Si intitola Fumara il nuovo lavoro della rock band Un Giorno di Ordinaria Follia, uscito il 20 0ttobre per The Jack Music Records. Il quintetto padovano formatosi nel 2011 , sforna 9 brani arrabbiati, grintosi, dalla forte attitudine punk, specialmente nei testi.
Del resto, si capisce sin dai primi secondi che il disco è «uno stato di inquietudine tendente all’ira. “Fumara’’ è quella cosa che ti viene quando senti il tuo capo ufficio parlare. È il sangue che ti bolle nelle vene perché hai le tasse da pagare. È la sensazione di formicolio alle mani quando vedi i politici rubare, o soltanto perché oggi, ti va così».
Riff di chitarra veloci e parole di ribellione la fanno da padrone in un album diretto e prepotente, che vuole essere ascoltato e capito nei versi, senza il bisogno di leggere tra di essi. I pezzi che lo compongono, «esprimono con varie sfaccettature e punti di vista i dissidi dell’animo umano, le dicotomie e le nevrosi presenti in ciascuno di noi che escono allo scoperto, a volte in modo violento ed inaspettato, nel vissuto quotidiano».
Catarsi musicale? Non proprio. Perché ascoltare “Fumara’’, pur essendo relativamente breve nella durata totale, non riesce a far sì che l’ascoltatore possa ‘vomitare’ quella rabbia che porta dentro. Anzi, è benzina sul fuoco. Stuzzica paure e rinvigorisce tensioni e collere represse, per usare un eufemismo. I ritmi sempre altissimi, ad eccezione delle strofe di 1/2 Di Me, fanno sicuramente uscire dal letargo, ma possono anche distogliere l’attenzione.
Il sound, infatti, a volte si trasforma in fragore, azzerando le linee di tutti gli strumenti, sei corde comprese. La parte vocale è ben udibile, merito anche del timbro piuttosto profondo del cantante, e rappresenta in fondo l’anima di tutto il disco. Perché sono i contesti e le reazioni umane a livello sociale descritti a fare la differenza.
Canzoni che sono più dei calci nello stomaco, ma l’obiettivo dei cinque di Un Giorno di Ordinaria Follia, è di scuotere l’uditore, svegliarlo e farlo riflettere, andandoci giù pesante con note e parole. Il Rock and Roll serve anche a questo e oltre a esserne portavoce, la band lo omaggia con la canzone conclusiva Lunga Vita Al Dio Del R'N'R
Articolo del
21/11/2017 -
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