Primo album solo per Daniele Coccia, voce solista de Il Muro del Canto e in passato dei Surgery. Nell’occasione Daniele ha pensato di caratterizzare il progetto aggiungendo al suo cognome anche quello di sua madre, Paifelman.
L’album si intitola Il Cielo di Sotto ed è stato prodotto da Piotta e da Emiliano Rubbi, mentre i testi dei singoli brani sono stati scritti da Eric Caldironi e dallo stesso Daniele Coccia. Il disco costituisce per Daniele il ritorno al canto in lingua italiana, dopo tre album in dialetto romanesco con il Muro del Canto.
Le nuove canzoni sono decisamente belle e vanno in direzione di quello che è il profilo cantautoriale dell’autore, da sempre molto attento alle liriche e con un passato recente come poeta. Verso Te è di certo il brano trainante dell’album, una ballata drammatica che affronta i temi del viaggio e della rinascita interiore e quelle trombe “mariachi” - che si innestano sulla voce inconfondibile di Daniele - conferiscono un sapore western al brano.
Una sezione vocale calda, potente che denuncia con lucidità e fermezza i mali di questa società e che raggiunge il suo apice espressivo nelle interpretazione di brani come Lo Straniero, Mezzo Soldato e Roma è una Prigione, una cover quest’ultima di un vecchio brano di Patty Pravo, datato 1970, lato B de La Spada nel Cuore.
Molto belle anche Il Cielo di Sotto, un tango cadenzato e lento che apre l’album, e Un Dolore Fa, nuova versione, questa volta in forma di ballata acustica, disperata e cupa, di un brano scritto da Daniele ai tempi in cui militava nei Surgery, industrial metal band romana. C’è una seconda cover nel disco, e di grande pregio: si tratta di Un Blasfemo di Fabrizio De Andrè, una canzone a cui Daniele Coccia regala una interpretazione rispettosa e al tempo stesso vibrante.
E’ un album di forte impatto, rigoroso nella denuncia, poetico nell’espressione, fatto di canzoni che mescolano radici folk e musica popolare, che raccontano con tanta amarezza di “sogni fatti a pezzi per poter campare”, e di come “la forma delle cose porta corna di animale”.
Da segnalare ancora Il Conformista, una sorta di cabaret nero di grande effetto, e Giustizia Sommaria, il testo recitato che chiude il disco. L’album è davvero molto bello ed è destinato a raggiungere quel pubblico che forse non conosce ancora troppo bene le gesta de Il Muro. A proposito, il rapporto fra Daniele Coccia e Il Muro del Canto continua, non si è interrotto. La pubblicazione di un disco solista è un progetto parallelo, niente di più, e infatti per l’anno nuovo è prevista anche la pubblicazione del quarto album come Il Muro del Canto e sarà ancora un bel sentire, ne siamo certi
Articolo del
15/11/2017 -
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