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Forsqueak
FSK
2017
Almendra Music
di
Claudio Prandin
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A volte non è quello che si dice ma il “come” lo si dice a fare la differenza; i palermitani Forsqueak compongono e suonano i loro brani avant-rock come se fossero sinfonie di musica classica, dimostrando così una buona dose di follia e di imprevedibilità. D’altronde sono le due caratteristiche che ci si aspetta da un gruppo che per il proprio nome sceglie una citazione del grande Robert Wyatt. Dopo un disco d’esordio che era piaciuto moltissimo soprattutto agli amanti del jazz, questa seconda avventura presenta nove tracce strumentali in cui le chitarre elettriche e acustiche si sovrappongono, alcune con arpeggi, altre con morbidi riff, inerpicandosi in vorticosi incastri matematici. L’effetto è quello di canzoni rock prive della voce, anche se le chitarre si esprimono in semplici melodie che potrebbero paradossalmente sostituire il cantato. L’aggiunta del synth, del sax (Kindred) e della batteria elettronica conferisce all’album freschezza e modernità e lo rende un ascolto alquanto accessibile. Suoni rock, noise (Lay) e incedere Grunge (nel singolo Hamster) sembrerebbero incompatibili con la musica classica; non per i Forsqueak.
Articolo del
31/07/2017 -
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