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The Wer
Werever
2017
Chains
di
Alice Prandin
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Ogni volta che vedo comparire un gruppo musicale nuovo sulla scena, vengo assalita da una tiepida paura e le aspettative che ho sono sempre basse; nonstante numerosi artisti, spesso ho la percezione di ascoltare canzoni che sono risultato di ritagli da altri brani e tutto mi sembra scopiazzato e poco originale.
Questa non è stata la sensazione che ho avuto quando ho ascoltato il disco dei The Wer che nascono come progetto musicale da Alessandro Piccenna (voce e chitarra) e Gianluca Fazio (basso e cori), ai due si sono aggiunti successivamente Leonardo Sentinelli (batteria) e Flavio Veronici (chitarra e cori).
Quattro musicisti che si affacciano nell'affollato palcoscenico della musica indie romana ed italiana. Fin dalla prima traccia (Fedora) del loro primo album Werever sono protagoniste sonorità scoppiettanti, voci rielaborate, un andamento dance su una batteria crepitante: un ritmo allegro che ci porta una ventata di novità. Qui il classico indie-rock si incontra con l’elettronica. Le tracce scorrono veloci, ognuna diversa dall’altra: in Waves capeggia una tastiera pungente e incalzante.
Alibi presenta una chitarra ed una batteria dal sound roccheggiante, mentre A89, con la voce di Alessandro distorta, ci fa navigare in sonorità futuristiche ed esplosive.
Con suoni nuovi e sperimentali accostati a ritmi rock, Werever riesce ad essere ciò che i The Wer si erano prefissati fin dall’inizio: un disco dalle sfumature fresche e spontanee che presenta diversità di toni e di stili che si incontrano con naturalezza e si amalgamano. con spontaneità
Articolo del
07/06/2017 -
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