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Girless
I Have a Call
2017
Stop Records
di
Claudio Prandin
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Il romagnolo Tommaso Gavioli ha abbandonato dopo un lungo peregrinare la sua band, i Girless & The Orphan, e mantenendo il nome d’arte pubblica il suo disco d’esordio, ardito e coraggioso di cui ha scritto musica e testi; l’argomento principale è costituito da 7+1 personaggi celebri che si sono suicidati che sono anche rappresentati in copertina; le otto tracce intitolate semplicemente con i loro nomi ne raccontano la vita e la morte attraverso una rielaborazione delle loro opere. I protagonisti sono appunto sette: Ernest Hemingway, Mario Monicelli, Primo Levi, Virginia Woolf, Vladimir Majakovsij, Luigi Tenco e Sylvia Plath ai quali si aggiunge il personaggio “+1” cioè Giuseppe Pinelli, morto nel 1969 cadendo da una finestra della questura di Milano per cause ancora non chiare.
L’album propone un folk minimale composto solo dalla voce e dalla chitarra di Girless che ricorda nei momenti più poetici ed arpeggiati la band di Portland The Decemberists (soprattutto Giuseppe) e nei momenti più ruvidi e rabbiosi (Mario e Sylvia) i californiani Two Gallants. Il progetto risulta alquanto coraggioso sia perché affronta un argomento altamente spinoso sia perché cerca di raccontare ogni personaggio in modo esclusivo e personale; per Hemingway (scrittore e viaggiatore) vengono scelte le parole:
If you come back home does it really feel like home?
Per affermare che in fondo un viaggiatore non si sente mai a casa, e che solamente …
The sea can set you free
Mentre per Virginia Woolf vengono scelte parole che ne riassumono il suicidio: My body won’t float no more
Che si accostano perfettamente a quelle del libro Le ore che è valso il premio Pulitzer allo scrittore americano Michael Cunningham.
In Giuseppe percepiamo invece la sensazione di vuoto prodotto dalla caduta:
But I don't need a pair of wings to be aware that my feet can leave the ground I died in a cold night of December I fell faster than the snow
E qui sta l’unica pecca che mi sentirei di imputare al disco: essendo interamente cantato in inglese rende alcune storie estremamente credibili ma limita la simbiosi con i personaggi italiani che avrei preferito fossero raccontati nel nostro idioma. La produzione è affidata alle etichette italiane Stop Records e To Lose La Track affiancate dalla tedesca Tim Tam Records a sottolineare l’ampio interesse che si è sviluppato intorno a questo progetto.
Articolo del
24/03/2017 -
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