Con “Double Rod Pendulum” gli Ant Mill, gruppo bresciano che di recente ci ha regalato i frutti del proprio lavoro rilasciando questo primo LP, ci permettono di continuare a respirare lo stesso spirito che ha scosso il panorama rock degli anni ’70, ma stavolta attraverso tutt’altro tipo di sound, decisamente vario e innovativo. Infatti Max Dalla Tor (voce), Giacomo Papetti (basso), Gabriele Tirelli (chitarra) e Matteo Arici (batteria), che già da parecchio tempo collaborano tra loro con il nome di Argo, ricoprendo i panni di cover band dei Led Zeppelin, uniscono in quest’ultimo progetto le più svariate influenze musicali: si possono certamente individuare, tra le altre, le vicinanze a sonorità tipiche al rock psichedelico e al prog, oltre a quelle tipiche della musica grunge, ma di fatto è impossibile esaurire questo mix creativo all’interno di una semplice etichetta. In effetti nel loro lavoro c’è poco di “zeppeliniano”, ma alcuni segni evidenti di questo retroscena si possono comunque cogliere, oltre all’energia e a quel concetto di fare musica che il quartetto rievoca perfettamente: tante idee portate alla luce solo attraverso l’uso di chitarra, basso, voce, batteria, e, soprattutto, di tutta la loro anima. Del resto anche le abilità dei singoli musicisti emergono alla grande dalle tracce di questo disco, facendone un frullato di energia, creatività e competenza musicale in grado di essere apprezzato anche dalle orecchie più fini. In ogni brano gli strumenti si completano a vicenda riempiendo il proprio spazio al meglio ed in maniera di volta in volta singolare, ma intrecciandosi sempre perfettamente con tutto il resto. Le parti di chitarra infatti possono fare affidamento su di un basso parecchio estroverso e su di una batteria sempre presente, e alla fine il tutto si avvolge sempre a doc all’abilità canora di Max in un impasto eccezionale. Questa band è riuscita, all’alba del 2016, nell’incredibile impresa di produrre ancora una volta qualcosa di originale e di valido partendo da generi che oggi consideriamo come già completamente navigati, e lo ha fatto senza risultare banale né scontata. Insomma un disco tutto da gustare, a partire dalla carica di The Burnin’ Rope, passando per le atmosfere magiche di Bluewatchin’ Daylight e di Beautiful Toy, fino a concludere con l’energia di Feed Me – As I Fit You.
Articolo del
26/07/2016 -
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