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Miss Mog
Federer
2016
Dischi Soviet Studio/Audioglobe
di
Claudio Prandin
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Questo primo disco dei Miss Mog nasce dalle esperienze: racconta momenti di vita quotidiana, sterile, incolore ma non per questo indolore; parla della generazione dei trenta-quarantenni che non riuscendo a rivoluzionare il mondo e a renderlo apprezzabile, rivolge la sua rabbia verso se stessa e inevitabilmente si perde; anche il nome della band (come testimoniato da loro stessi) nasce da un’esperienza: «La ricerca del nome è stato, forse, lo scoglio creativo più difficile che abbiamo affrontato. Volevamo qualcosa di universale e provinciale al tempo stesso. Una sera il nostro batterista ci ha raccontato di quando gestiva un parcheggio; ricordando le giornate invernali passate a inalare polveri sottili, disse in veneziano “no respiravo smog, jero deventà mì smog”. Miss Mog, appunto»
Le undici tracce di “Federer” propongono un synth-pop moderno ed elegante, ispirato e ricco di citazioni colte: Pangea cita Michel Houellebecq mentre la malinconica Faust è ispirata al film di Aleksandr Sokurov. “Venety Fair” tratta della becera quotidianità del lavoro inappagante che genera alienazione: «Imballa, spedisci, fattura, produci poi scivoli piano dentro il tuo weekend; sei quasi certo di essere in errore» mentre Panchine Divelte scimmiotta chi non è più nemmeno capace di ascoltare la propria rabbia e “spaccare tutto”, il gesto che dovrebbe concretizzare la rivoluzione tanto agognata ma mai realizzata. L’unico punto debole del lotto è Complesso B con un incedere scontato e (paragonato agli altri brani) fastidiosamente banale. Il punto di forza di questo disco sta infatti nella bellezza e nell’immediatezza delle canzoni che piacciono fin da subito; ma è nei successivi ascolti che se ne apprezza maggiormente la qualità e la solidità; come per esempio la poetica Meteoritmo e l’erotica ed inquietante Razorology; questo risultato è ottenuto anche grazie alla sapiente produzione di Beppe Calvi come suggerito dalla stessa band: «Le canzoni sono venute fuori di colpo, tutte insieme; abbiamo pensato di registrarle più che altro per dar loro una versione definitiva. Qui è subentrato Beppe Calvi (aka Zucca Veleno), diventato il nostro produttore, nonché, a furor di popolo, quarto Miss Mog».
Articolo del
22/04/2016 -
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