Storia lunga e sempre interessante quella dei Misfatto, storica band piacentina nata nel 1990 dalla mente ingegnosa di Gabriele Finotti e classificata ora come progressive, ora come post-grunge, trip-rock e quant’altro. Ecco, per noi i Misfatto sono semplicemente la dimostrazione vivente di quanto sia sorpassato ed ottuso l’approccio “per generi” in un universo in cui si è evidentemente creata una frattura netta tra ciò che, musicalmente parlando, è onesto e ciò che non lo è, senza bisogno di scendere nei dettagli o di fare nomi. Nota a margine: sia in Italia che all’estero, moltissimi ottimi artisti e band provenienti da tutto il mondo e da tutte le “scene”, l’hanno capito e hanno smesso di preoccuparsi di proporre sound che siano “puramente” rock piuttosto che soul piuttosto che metal o country ... In sostanza, gli artisti si sono aperti alla contaminazione, il problema, in quanto a chiusura mentale, sembra essere ancora il pubblico. I Misfatto sposano senza riserve il superamento del “genere” di appartenenza. Sorge, è vero, il sospetto che il gruppo, e di conseguenza il suo orientamento, siano in tutto o in parte una creatura di proprietà esclusiva del buon Finotti, non a caso unico membro superstite della formazione originale e autore del romanzo (La chiesa senza tetto – 35 sogni a Lisbona) attorno a cui ruota ”Heleonor Rosencrutz”. Ma, indipendentemente dalla predominanza o meno del catalizzatore creativo, l’album è coeso concettualmente e musicalmente, i testi sono ottimi, il riffing è graffiante. Questo è un vero album rock. Ovviamente, non rock inteso come “genere” o etichetta, ma rock come atteggiamento, movenza, modo di essere. Heleonor e Rosencrutz sono i titoli di due dei brani presenti nell’album e creano una sorta di ossimoro, perché sono anche i nomi di due personaggi di fantasia opposti e speculari, collocati nel contesto storico dell’Inquisizione. Rosencrutz è una donna accusata di stregoneria e condannata al rogo, Heleonor una bambina innocente che si ritrova coinvolta in un gioco molto più grande di lei. Le due diverse personalità emergono chiaramente nelle due track a loro dedicate, e in Rosencrutz le chitarre e le voci incalzanti sembrano quasi mimare la minaccia delle fiamme che lambiscono la pelle. Tra intriganti simbologie massoniche, richiami storici ed esoterici e impressioni di una Lisbona romantica e decadente, si arriverà alla catarsi finale di Goodnight, in cui tutti dovranno fare i conti con i propri demoni per esserne finalmente liberi. Il viaggio passa per lo spaesamento di Ero Fuori Di Casa, il climax narrativo di Rosencrutz e quello emotivo di Le Sere Sono Come Domani e Heleonor, l’utopia di Xoringiket e la rinascita di Sono Viva e Goodnight. Il tutto sorretto da un riffing trasversale che cita Hüsker Dü, Marlene Kuntz e Banco Del Mutuo Soccorso senza appiattirsi su nessuno di essi. “Heleonor Rosencrutz” è una storia e un’opera che coinvolge a 360°, una bella conferma per la musica italiana, e un nuovo interessante capitolo nella discografia già ricca e varia di una band che speriamo prosegua senza interruzioni nella sua ricerca artistica, e non solo in senso strettamente musicale. Bravissimi.
TRACKLIST: 1.Heleonor 2.Trentacinque Sogni 3.Sono Viva 4.Rosencrutz 5.Xoringiket 6.Le Sere Sono Come Domani 7.Ero Fuori Di Casa 8.Rinascere 9. Goodnight
Articolo del
04/12/2014 -
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