Nati nel lontano 1999, i Lolaplay si fanno notare nel contest “Primo Maggio tutto l'anno”, che li porta alle finali nazionali per salire sul palco del tradizionale concertone romano di Piazza San Giovanni. Più o meno nello stesso periodo esce il full length “Incomprensibili Strategie”, preceduto da due EP, che raccoglie i brani portati in tour durante la loro carriera. Li ritroviamo in buona forma con ”La Città Del Niente”, in uscita per L’Altoparlante. La Nowhereland dei Lolaplay ha poco a che vedere con scenari alla Italo Calvino collocati tra metafisica e fiaba moderna (una suggestione forse ispirata dal titolo, che tanto ricorda ‘Le Città Invisibili’) e molto, invece, con l’attualità. I testi sono intelligenti senza essere intellettuali, astratti e metaforici ma precisi e riconoscibili nei riferimenti alla realtà che ci circonda, e soprattutto si modellano alla perfezione con qualsiasi moderna dimensione umana e urbanizzata, che si tratti della metropoli tentacolare, cannibale e spietata o della provincia asfittica e soffocata dalla noia e dalla piccineria.
La cultura di massa è quella, lo sono le aspirazioni travestite da sogni, le piccole invidie, i sentimenti costretti a ritagliarsi uno spaziettino nella musica per potersi esprimere in modo credibile. Impossibile non riconoscere in Talk Show e Paese Dei Balocchi lo specchio la nostra Italietta, tanto amata per un incrollabile senso delle origini a cui siamo legati da un coriaceo cordone ombelicale, eppure tanto maltrattata, da chi la governa, da chi ci abita e da chi ha imposto un sistema “valoriale”, tra molte virgolette, sterile, vanitoso e modaiolo, a cui o ti conformi da perfetto coatto, o sei un alieno, quello strano, il rompiballe, il contestatore a tutti i costi. E che spasso il video dell’irresistibile patois electro-rock-ska Non Comprate Questo Disco, nel quale i Lolaplay scimmiottano alla perfezione una delle tante trasmissioni-contenitore (raccolta differenziata o generica?) che la pseudo-intellighenzia massmediatica odierna ci ammannisce senza pietà, e le richieste assurde e eternamente contraddittorie del moderno showbiz.
E allora non resta che cercare rifugio nell’Arte, nella meravigliosa Musa che salva dall’oblio e al tempo stesso condanna alla solitudine, in un’eterna contraddizione tra bellezza e disagio che è uno dei temi portanti dell’album. La ritroviamo anche nel dolce stordimento di La Sposa, ineluttabilità di un sentimento a cui non si può sfuggire. Non mancano pezzi più puramente rock, come L’Antidoto, Confessione Di Un Killer Sentimentale con il suo rabbioso crescendo nel refrain, l’aspra title track, e electro-rock come Fantasma , con la sua intro effettata che ricorda i Verdena e i Subsonica, e schizzi di psichedelia, inevitabili in Signorina Paranoia. Il tutto sempre con uno spiccato senso della melodia e della leggerezza che rende il tutto ingegnoso e penetrante, senza appesantirlo. Bravi.
TRACKLIST: Confessione di un killer sentimentale Fantasma La città del niente La sposa L’antidoto Musa Non comprate questo disco Paese dei balocchi Signorina paranoia Talk show
Articolo del
12/05/2013 -
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