Gli addetti all’archiviazione e alla custodia delle incisioni su nastro conservate in scatoloni da Lou Reed per la sua Sister Ray Enterprises si sono ritrovati con un patrimonio di seicento ore di registrazioni. Una cifra da capogiro; e chissà quante chicche preziose, ammassate nei decenni, vedranno la luce con il progetto “Lou Reed Archive Series”, inaugurato dalla benemerita Light in the Attic con questa prima uscita.
Tremino gli estimatori, perché, si intuisce, bisognerà mettere mano al portafogli frequentemente per accaparrarsi i titoli seguenti che verranno immessi sul mercato.
Edizione curatissima in vinile nero o giallo (ne esiste anche, ovviamente, una Deluxe con un prezzo irragionevole), Words & Music, May 1965 riporta demo registrati in casa, catturati su un nastro (per altro, riciclato) che il compianto musicista aveva poi spedito al proprio indirizzo l’11 maggio 1965 dopo aver fatto vidimare il pacco da un notaio. Un espediente “da squattrinati”, come sottolineano le dettagliate liner notes, per rivendicare la paternità artistica dei brani, alcuni dei quali sarebbero andati ad arricchire la scaletta di LP epocali come “The Velvet Underground & Nico” e di “The Velvet Underground”, terzo album della band.
Le versioni scarne contenute nel disco dimostrano apertamente la massiccia influenza esercitata da Bob Dylan sul giovane Lou Reed autore di canzoni. Non certo una novità per chi ha ascoltato i materiali inediti offerti dal cofanetto “Peel Slowly and See”; tuttavia, l’importanza di queste registrazioni è assoluta perché costituiscono la prima testimonianza della composizione di futuri classici, benché in fase embrionale, quali “I’m Waiting for the Man”, “Pale Blue Eyes” e “Heroin”.
Lo stile prevalente è il folk-blues acustico, con inserti di armonica a bocca e controcanti (Reed è affiancato da John Cale). Le esecuzioni sono talvolta zoppicanti (alcuni momenti di “I’m Waiting for the Man”, ad esempio), ma per lo più briose; in “Too Late” e “Buttercup Song” fanno capolino le armonie vocali del doo-wop; “Buzz Buzz Buzz” è rock and roll messo in atto con una chitarra acustica e due voci che si intrecciano; “Stockpile” ha un’anima blues.
“Pale Blue Eyes” è un pezzo ancora privo della malia che lo caratterizzerà nel giro di qualche anno. Riempie già di stupore, invece, la spoglia “Wrap Your Troubles In Dreams”, cantata da Cale; ipnotica e sinistra, apre le porte su un’altra dimensione; ci sono già, in nuce, i Velvet Underground sperimentali e visionari di “Venus in Furs”, anche se il gruppo non interpreterà né inciderà mai una versione del brano (lo farà Nico due anni dopo, nell’LP “Chelsea Girl”).
Imprescindibile.
Articolo del
23/11/2022 -
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