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Pollock Project
Speak Slowly Please!
2017
Be Human Records
di
Giancarlo De Chirico
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Quarto album per i Pollock Project, un gruppo che era partito dal jazz di avanguardia e che adesso, dopo diversi episodi musicali, approda ad una forma più compiuta di jazz contemporaneo, che strizza l’occhio sia alla “world music” che all’elettronica e - in qualche episodio - anche al rock progressivo.
Tale approccio viene definito jazztronica ma, al di là delle formule, è effettivamente un bel sentire per quanti avessero l’opportunità di accostarsi a questo Speak Slowly, Please!, un disco molto sofisticato ma nell’insieme gradevole, che riesce ad intrattenere con gusto.
I Pollock Project sono adesso diventati un quartetto: infatti all’iniziale trio composto da Marco Testoni<, piano e percussioni, Elisabetta Antonini, voce solista, e Simone Salza, sassofono e clarinetto, c’è una prestigiosa new entry: quella del chitarrista svedese Mats Hedberg che da collaboratore esterno quale era, adesso è in pianta stabile nella formazione.
Fra le nuove composizioni abbiamo apprezzato molto Impossible Humans, Nana e Pe No Chao, nonché le riletture di So What di Miles Davis e di Watermelon in Easter Hay di Frank Zappa, due classici di quella particolare tendenza jazz che si avvicinava di buon grado al rock. Hanno collaborato al disco in fase di registrazione Primiano Di Biase (Dire Straits Legacy), Giancarlo Russo (Meteor Shower) e Guido Benigni (Acustica Medievale). Album da trattare con cura e da ascoltare con rispetto e attenzione
Articolo del
26/10/2017 -
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