(foto di Beatrice Ciuca)
I Karate sono uno “state of mind” emozionale, una di quelle band che, assieme al loro indubbio valore musicale hanno rappresentato negli anni, per molti, un sentimento, una immagine ben precisa di ascolto e di suono, legata spesso a un chiaro ricordo esistenziale. Dopo la reunion del 2022 e la pubblicazione, nel 2024, di un intenso album, meno spigoloso rispetto al passato e più bluesy, come “Make it Fit”, la band di Boston torna in Italia registrando il tutto esaurito in quasi tutte le date previste nel nostro Paese.
Sul palco del Monk, la storica formazione in trio con Geoff Farina, voce e chitarra, Jeff Goddard al basso e Gavin McCarthy alla batteria, crea l'incanto nell'essenzialità di un suono, ora quieto, ora più impetuoso, percorrendo lo storico, transitorio e profondo, confine tra i generi, attraversando lo slowcore e il post-hardcore, il jazz rock e il post-rock.
La band è avvolta nella semplicità di luci bianche e fisse, mentre il sound si muove tra un approccio immediato e minimale e una tempesta sonora più abrasiva, aggressiva e catartica. La sezione ritmica è perfetta, elegante e potente. La chitarra di Geoff Farina graffia il suono asciutto e la sua splendida voce narra sempre con forza la realtà, con quella sua inconfondibile “ferita” vocale a metà strada tra delicatezza e sofferenza.
La setlist pesca sia dall'ultimo “Make it Fit” con brani come “Defendants” e “Around the Dial” ma anche un po' da tutti gli altri album del gruppo, che sono quelli che poi in fondo coinvolgono ed entusiasmano maggiormente i presenti. Si parte così con “Bass Sound”, “If You Can Hold Your Breath”, “There Are Ghosts”, “Gasoline”, passando per “Water”, “Operation: Sand”, “Sever”, “This Day Next Year” e “The Same Stars”.
Poche band riescono dal vivo a fondere la perfezione tecnica a un forte impatto emotivo, senza ostentare, cavalcando le più essenziali onde del suono con pura autenticità. Forse è per questo che a a un concerto dei Karate si ha voglia di tornare sempre, per sentire quel brivido e quelle emozioni che solo loro sanno dare, come zucchero e benzina per le orecchie e il cuore, cristallizzando il tempo.
Setlist:
Bass Sounds If You Can Hold Your Breath There Are Ghosts Gasoline Defendants Small Fires Diazapam Liminal Around the Dial Water Operation: Sand Fall to Grace Sever This Day Next Year
Encore:
Alingual The Same Stars
Articolo del
20/05/2025 -
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