Burt Bacharach è da tempo stato sdoganato, liberato dall’ingiusta nomea di “autore di pop melodico” ed assunto nell’Olimpo dei Grandi Musicisti del Novecento. Perché di questo si tratta: di uno che sta tranquillamente alla pari di Irving Berlin, George Gerschwin, Cole Porter e, per quanto riguarda la sua attività in coppia con l’autore di testi Hal David, di Lennon & McCartney. Già. Ben venga quindi questa biografia opera di Giampiero Vigorito, della cui carriera bastano tre dati: conduttore di “Raistereonotte” dall’83 al ’94, direttore di “Rockstar” dal 1994 al 2001, dal 2001 a oggi conduttore e autore di svariati programmi radiofonici Rai. Vigorito sceglie una forma inconsueta per una biografia: fa parlare Bacharach, infatti, in prima persona. Scelta che spiazza un po’, tanto che il lettore ci mette il suo tempo per decidere che di biografia si tratta e non di autobiografia, complice anche il nome Bacharach ben evidente in copertina, mentre Vigorito è scritto in piccolo, in caratteri bianchi su sfondo nero. Superata la prima incertezza, il libro si fa apprezzare, non fosse altro per il fatto di essere la prima biografia italiana del Sommo. Anche se – devo confessarlo – mi sarebbe piaciuta una bibliografia in fondo al libro, tanto per sapere quanto dei pensieri attribuiti a Burt è farina del sacco di Vigorito (e quindi immaginazione romanzesca) e quanto no. Anche perché sicuramente il critico romano si è documentato e non poco. Ottima la scelta, invece, di condurre la bio per flashback, senza seguire l’ordine cronologico, evitando noiose parti di raccordo e focalizzandosi sui punti centrali della vita e delle opere di Bacharach: il Brill Building, i primi anni, la dolorosa vicenda della figlia Nikki, autistica e suicida, i quattro matrimoni, l’amara storia dei Carpenters, che nel 1970 donarono il successo a “(They Long to Be) Close To You”, una canzone che esisteva già da sette anni, inosservata, la rinascita per opera del Brit Pop e del revival lounge, il musical utopico e fallimentare “Lost Horizon”, la decisione di scendere in campo contro Bush con un intero album, l’incontro con Elvis Costello... Il volume è ben scritto e si fa leggere con piacere, anche se talvolta le metafore diventano leziose (già dall’incipit: “L’autunno stava scaricando la forza del suo motore marciando liberamente per le strade di New York”): in più è completato da due strepitose gallerie fotografiche, una dettagliata discografia “in proprio”, un’altra dedicata alle 30 canzoni più famose interprete per interprete, un capitolo conclusivo di “Trivial Quiz” per sapere proprio tutto su Bacharach. Non il massimo dei voti, ma quanto basta per consigliare il libro agli appassionati.
Articolo del
24/12/2008 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|