Il mondo editoriale è tanto saturo di pubblicazioni sui Beatles che a spulciarle bene è probabile incappare anche in qualche volume che cataloga ed analizza tutta la collezione di anelli di Ringo Starr. Non è un’esagerazione, si trova davvero di tutto. Del resto la storia dei quattro ragazzi di Liverpool è stata così epica e talmente zeppa di sfaccettature ed aneddoti da raccontare, musicali e non, che questa ondata di pubblicazioni (la cui quantità, lo ripetiamo, è incalcolabile) è più che giustificabile se non altro perché molti di questi volumi sono realmente interessanti e succulenti.
Quali novità ci vuole proporre allora June Skinner Sawyers, curatrice di questo nuovo (da noi; in America, invece, è uscito nel 2006) libro? Innanzitutto non si tratta di un saggio organico, ma bensì, come avrete capito, di una raccolta di articoli, stralci di libri, poesie, riviste ed interviste di molteplice natura e provenienza. Nonostante il sottotitolo e le note di copertine insistano nel voler catalogare il volume come “antologia di scritti d’epoca sull’impatto, l’influenza e la modernità dei Fab Four”, in realtà questo elemento è relegato (in maniera, a dire il vero, piuttosto banale) nell’ultimo capitolo e serpeggia qua e là nel resto del libro senza mai diventarne l’elemento portante. Piuttosto si segue, nella prima parte e subito dopo la mappa di Liverpool (comprensiva di tutti i luoghi storici), un percorso cronologico: dal primo incontro tra John Lennon e Paul McCartney narrato tramite un racconto romanzato tratto dal libro di Jim O’ Donnell, fino ad arrivare all’analisi condotta da Paul Du Noyer sul progetto Anthology e le due “nuove” canzoni Free As A Bird e Real Love. Il tutto passando, ovviamente, tra il mitico approdo in America (con relative reazioni e rivoluzioni sociali), l’originale articolo giornalistico nel quale Lennon affermò che i “Beatles sono più famosi di Gesù” e poi ancora l’uscita di Sgt. Pepper e le contrastanti recensione dell’epoca, ed addirittura un estratto che analizza a fondo la folle vicenda di Charles Manson ed i suoi omicidi ispirati da Helter Skelter e dal White Album. Insomma una rassegna di roba molto interessante, ma anche di articoli francamente superflui.
La parte migliore è certamente quella in cui ci si concentra nell’analisi dei quattro Beatles presi singolarmente. Trovano spazio, infatti, interviste rare o introvabili (come la maggior parte dei documenti presenti nel libro, c’è da dire) qui in Italia come quella di Playboy a John Lennon realizzata poche settimane prima del tragico omicidio del Dakota Building o le recenti confessioni di McCartney alla rivista Uncut. Oppure, ancora, due interessanti pezzi dedicati a George Harrison: un articolo tratto dalla rivista Acoustic Guitar che esalta il ruolo del Quiet One sia come chitarrista che come collante fondamentale per le composizioni dei suoi due più illustri compagni, ed un altro che racconta per filo e per segno la terribile notte passata da George e sua moglie quando un pazzo entrò nella loro tenuta finendo per accoltellare dieci volte il povero musicista perforandogli, per fortuna, “solo” un polmone.
Insomma un volume ricco, molto lungo (comprendendo le vaste discografie, la bibliografia e la cronologia degli eventi più importanti della storia beatlesiana dal 1933 ad oggi, si arriva a 541 pagine) questo pubblicato dall’Arcana, che nonostante contenga un buon numero di informazioni interessanti e nuove, finisce per essere nè carne nè pesce. Non è il libro da consigliare ad un neofita, e neanche a chi volesse approfondire qualche aspetto della musica e della storia dei Beatles. Sembra piuttosto la pubblicazione adatta ai maniaci completisti anche se l’unico, vero, appunto è che il tanto decantato aspetto sociologico è in realtà solo accennato o, comunque, poco sviluppato (anche perché si tratta di saggi o articoli incompleti).
Articolo del
26/10/2010 -
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